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CANTONEMostri? No, spesso sono mariti e fidanzati

22.11.23 - 06:30
Nel 2022 i reati contro l'integrità sessuale registrati in Ticino sono stati 180. Sono state indiziate 169 persone, di cui 127 uomini
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Manifestazione "silenziosa" contro la violenza, 14.10.23 - Lugano
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Mostri? No, spesso sono mariti e fidanzati
Nel 2022 i reati contro l'integrità sessuale registrati in Ticino sono stati 180. Sono state indiziate 169 persone, di cui 127 uomini

LUGANO - Mariti, fidanzati, compagni di vita, padri. E ancora amici, vicini di casa, conoscenti stretti, colleghi di lavoro o di studio. Chi commette abusi della sfera sessuale ai danni delle donne non spunta, nella maggior parte dei casi, da un angolo buio della strada. Ma ci convive, ci dorme e, con ogni probabilità, dice che le ama.

Nel 2022, stando ai dati raccolti dalla polizia cantonale, in Ticino i casi di reato contro l’integrità sessuale sono stati 180. In totale 169 persone sono state indagate, tra queste 127 erano uomini. Numeri che si riflettono anche nelle statistiche del 2021 e del 2020 con, rispettivamente, 130 indiziati di sesso maschile su 187 e 103 su 157 l'anno seguente.

Il profilo che si delinea dietro questi abusi non è riconducibile a un unico identikit, nell'immaginario collettivo quello dell'Altro, del diverso, di colui che ha origini e carta d'identità diverse dalle nostre. Non ci sono infatti sostanziali differenze tra gli indagati svizzeri (82) e stranieri (87) nel 2022. Diverso è il risultato del confronto tra i residenti finiti sotto la lente degli inquirenti per questo tipo di illeciti (43) rispetto ai richiedenti l’asilo (5).

La situazione non è però sempre stata questa. Nel 2020 e 2021 nella maggioranza dei casi la persona indiziata non aveva scritto “svizzera” vicino a nazionalità.

A casa o al lavoro
Entrando nel dettaglio di questi reati, come indicatoci dalla polizia, la maggior parte di quelli considerati "più gravi" «si verifica in un contesto domestico e lavorativo da parte di un familiare o di una persona conosciuta dalla vittima. I restanti reati avvengono anche in luoghi pubblici per mano di una persona sconosciuta dalla vittima».

La parte più consistente riguarda la condivisione forzata di pornografia con persone non consenzienti o minori, con 80 casi rilevati nel 2022, di cui 67 in ambito privato. Troviamo poi 57 casi che rientrano nel gruppo “Altri reati contro l'integrità sessuale”, di cui 51 avvenuti su suolo pubblico. Vengono segnalati inoltre 39 reati per atti sessuali con fanciulli, di cui 26 avvenuti in un contesto privato e 10 in uno pubblico.

Quindi 27 molestie sessuali, di cui 25 fuori dalle mura di casa. I reati per coazione sessuale sono in totale 25, di cui 14 in ambito privato. Si contano anche dodici casi di violenza carnale, la maggior parte dei quali (7) sono avvenuti nel privato. E ancora, undici atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere tutti avvenuti in un contesto privato. Con privato si intendono spazi non accessibili ad altre persone, mentre per pubblico vengono intesi quelli in cui possono accedere più persone, come le scale di un condominio.

«In relazione ai reati commessi contro le fasce più vulnerabili della popolazione (minori, anziani e diversamente abili)», commenta la polizia, «nel 2022 sono state arrestate 26 persone dalla Sezione reati contro l'integrità delle persone (SRIP) della Polizia cantonale: 7 per atti sessuali con fanciulli, 4 per coazione sessuale, una per tentata coazione sessuale, 3 per violenza carnale, 2 per violenza carnale tentata, 2 per coazione, 2 per sequestro di persona e rapimento, 2 per infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti, 2 per pornografia e una per un decreto d’espulsione». Il contesto all’interno del quale la maggioranza di questi reati è avvenuto è quello domestico, con gli imputati che fanno parte della cerchia familiare. «Gli altri contesti esterni vedono in particolare responsabili persone che per legami di amicizia o di lavoro, ad esempio in ambito di cura e insegnamento, hanno frequenti interazioni con la vittima».

Stereotipi di genere persistenti
Se a livello politico si è insistito spesso sulle “differenze culturali” di chi commette abusi nella sfera sessuale, a livello statistico è innegabile che se di radice culturale si vuole parlare, bisognerebbe guardare prima di tutto alla sostanziale e ripetuta differenza tra numero di persone indiziate di genere maschile e femminile. Le persone finite in manette in tutti gli anni presi in considerazione sono ed erano in un range che va dal 66% (2020) al 75% (2022) dei casi uomini, la maggior parte dei quali con un’età pari o superiore ai 25 anni.

Gli aggressori, come commentato dalla polizia, «appartengono a tutte le classi sociali, a tutti i ceti economici e culturali. In base alla gravità dei reati commessi sono spesso mariti, fidanzati, compagni di vita e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti, colleghi di lavoro o di studio».

Proprio alcuni giorni fa si è tenuta a Berna la Conferenza nazionale sulla violenza sessualizzata, nel corso della quale è stata presentata un’analisi sulle molestie realizzata con dati relativi al 2022 dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo e dalla Segreteria di Stato dell'economia. Come si legge in una nota dedicata dell’evento, «oltre il 90 per cento delle persone molestate sono di sesso femminile, mentre i molestatori sono quasi esclusivamente uomini. Secondo questo studio, tra le cause di questo squilibrio vi sono relazioni di potere sbilanciate e stereotipi di genere persistenti».

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