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CANTONELascia il Ticino, diventa un clochard e muore ad Arezzo

20.07.23 - 08:38
Tiziano Birra «era un caro ragazzo, una persona estremamente sensibile», così l'ex sindaco di Lodrino Carmelo Mazza.
Corriere Fiorentino/Salvatore Mannino
Lascia il Ticino, diventa un clochard e muore ad Arezzo
Tiziano Birra «era un caro ragazzo, una persona estremamente sensibile», così l'ex sindaco di Lodrino Carmelo Mazza.

LODRINO - È una storia travagliata quella del 57enne ticinese Tiziano Birra, morto lo scorso 7 luglio ad Arezzo. Originario di Cavagnago e residente a Lodrino, nel 2011 perde il suo lavoro di falegname e la patente di guida e, in preda allo sconforto, decide di lasciare tutto. Tronca di netto i contatti con parenti e amici, girovaga per l’Italia e sceglie infine di vivere come senzatetto ad Arezzo, in Toscana.

Tiziano è morto per cause naturali, forse legate all'epatite di cui soffriva da molti anni, nella roulotte in cui viveva. Quest'ultima gli era stata donata dalla gente del posto, che a lui ormai si era affezionata, attraverso una raccolta fondi. A dare l’allarme, conferma a Tio/20minuti la vicesindaca di Arezzo Lucia Tanti, è stato l’abbaiare incessante del suo fedele cagnolino Bubu, con il quale viveva in simbiosi.

Una vita ai margini - «Tiziano era una persona buona, educata e mite», spiega Tanti. «Era un caso particolare perché poco dopo il suo arrivo ad Arezzo, con il permesso della Provincia, si era stabilito con la sua roulotte all’interno del resede di un liceo artistico». Si manteneva con gli aiuti che riceveva dalla popolazione e l’appoggio di varie associazioni, ma non aveva mai accettato di prendere residenza in città. «Abbiamo fatto diversi tentativi, l’ultimo dei quali a gennaio dopo che degli ignoti hanno rotto a sassate le finestre della sua roulotte, ma non voleva entrare in quel rapporto di diritti e doveri che la residenza comunque impone», specifica la vicesindaca. «Rifiutava questa sovrastruttura sociale e voleva mantenere il suo stile di vita». Allo stesso modo, «aveva espresso fermamente la volontà di non riallacciare i rapporti spezzatisi con il suo addio al Ticino».

«Gli portavano coperte su coperte» - In compenso, ricorda Tanti, Tiziano amava il suo cane alla follia. «Un anno abbiamo avuto un inverno molto rigido ed è arrivata una forte nevicata. Gli abbiamo offerto di spostarsi nei locali messi a disposizione dalla Caritas ma lui ha rifiutato perché avrebbe comportato una separazione temporanea dal suo cagnolino. Questo ha attratto un grande moto di generosità: la gente gli portava coperte su coperte e si sono stretti vari rapporti di amicizia». 

I funerali di Tiziano si svolgeranno questo sabato e sarà proprio il Comune a farsi carico della sepoltura. «Se una persona muore qui e nessuno se ne occupa, è Arezzo che lo fa», commenta Tanti.

«È stato bello conoscerlo» - Sul nostro territorio, però, c’è ancora chi lo ricorda con affetto. «Era un caro ragazzo, una persona estremamente sensibile», così l’ex sindaco di Lodrino Carmelo Mazza, «apprendere della sua morte mi ha fatto sicuramente dispiacere, è stato bello conoscerlo».  

«Tiziano era un uomo di mondo», continua, «quando è sparito nel nulla hanno perso ogni traccia di lui sia i suoi cari che le autorità. Ricordo infatti che in Comune avevamo un suo indirizzo all’estero e gli inviavamo regolarmente il materiale di voto, ma tornava sempre tutto indietro».

Un posto nel mondo - Qualche segno di quello che sarebbe stato, però, aveva fatto capolino già in quel di Lodrino. «In alcune occasioni Tiziano aveva manifestato una certa inquietudine legata al fatto che non sentiva di aver trovato il suo posto ideale per vivere. Non si sentiva a suo agio in questo senso», afferma Mazza. «Non aveva però mai parlato, almeno con me, di scelte di vita come quella di andare a fare il clochard».

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