Il 42enne era accusato di aver avvicinato e molestato, con in mano una pistola, una donna a Taverne. Non era lui
BELLINZONA - La tecnologia, questa volta, si è rivelata amica dell'uomo. In particolare di quello che sembrava essere il protagonista dei fatti avvenuti giovedì 8 marzo 2018 a Torricella-Taverne, quando una donna dichiarò alla polizia di essere stata minacciata da un individuo armato di pistola e molestata sessualmente, nei pressi del sottopassaggio della cantonale.
Nell’aula della Pretura penale di Bellinzona quell’uomo, un cittadino svizzero 42enne della zona, è stato scagionato.
L’imputato - che doveva rispondere dei reati di infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni e di molestie sessuali - è stato assolto da entrambi i capi d’accusa. Perché? Come riporta oggi il CdT non poteva essere l’autore dei crimini. A quell'ora, infatti, stava dormendo.
A certificarlo sono i rilevamenti del suo dispositivo Fitbit, un orologio che si collega a un'app del telefono e registra informazioni quali i battiti cardiaci, i passi compiuti nell'arco della giornata e anche le ore di sonno.
Anche al momento del fermo l'uomo indossava il bracciale e, fino a quel momento non si registra un’interruzione nell'utilizzo. Quindi è escluso che che ci sia stato un passaggio del dispositivo da una terza persona.
Stando agli esami del sangue, non aveva assunto droghe o alcol nelle ore precedenti e durante l'interrogatorio è stato lucido tutto il tempo. Insomma, l'identikit non combaciava con lo stato confusionale descritto dalla vittima.
Per il giudice, quindi, tutti gli elementi portano a pensare che la donna si sia sbagliata sull’identità della persona.