Diverse le segnalazioni giunte alle varie polizie comunali della Svizzera italiana. L'appello delle autorità: «Dietro a questa gente ci sono organizzazioni criminali»
LUGANO – È di nuovo emergenza accattonaggio nella Svizzera italiana. Sono diverse le segnalazioni che, nelle scorse settimane, sono giunte di recente alle varie polizie comunali. A Lugano, il comandante Roberto Torrente è esplicito: «C'è stata un'acutizzazione della problematica nel corso dell'ultimo periodo. Siamo preoccupati».
Volano banconote da 50 franchi – Belle donne e bambini. Ecco il mix con cui i rom cercano di impietosire i passanti. E, stando ad alcuni testimoni, sembrano riuscirci. «In Piazza Dante ho visto donare banconote da 50 franchi», afferma un ragazzo che lavora sul posto.
Organizzazioni criminali – A Locarno la situazione non è tanto diversa. «Abbiamo fermato proprio quattro persone l'altro giorno – dice il comandante Dimitri Bossalini – . Notiamo soprattutto minorenni. La popolazione deve sapere che dietro a questa gente ci sono organizzazioni criminali. Da noi l'accattonaggio è proibito. E quando fermiamo una persona per più di tre volte, scatta la denuncia al Ministero pubblico. L'invito è quello di avvisare sempre la polizia in tempo reale in modo che possiamo intervenire tempestivamente».
Piange anche la capitale – Ivano Beltraminelli, comandante della Comunale di Bellinzona, aggiunge: «Da un po' di tempo constatiamo un aumento di queste persone. Al momento non siamo in grado di capire da dove provengano».
La pista di Albate – Un aiuto, in tal senso, potrebbe arrivare dal nostro testimone, che vive in Italia, nel Comasco, e che tutti i giorni prende il treno per venire a lavorare in Svizzera. «Vedo diverse famiglie di rom salire alla stazione di Como San Giovanni per poi recarsi in Ticino. Donne con bambini. È così da circa un mese a questa parte. Un giorno ho sentito che dicevano di arrivare dalle zone di Milano».
Vogliono solo soldi – Bossalini, da Locarno, rilancia l'appello ai ticinesi. «Questa è gente che sfrutta i ragazzini per impietosire i potenziali donatori. E che ha direttive ben precise, imposte da qualcuno. Provate a offrire loro del cibo, anziché del denaro. Rifiuteranno». Torrente, da Lugano, guarda al futuro. «Vogliamo intensificare la collaborazione con la polizia ferroviaria».