Il deputato Fabio Schnellmann spiega come è potuto accadere il travaso di liquami alla Lanchetta, il cui porto è stato riaperto alle 17
LUGANO - Mezz’ora di pioggia battente, violenta, è bastata per riempire di liquami fognari uno dei tratti di lago più apprezzati dai luganesi e dai turisti, la Lanchetta. I pompieri di Lugano, coadiuvati da quelli di Mendrisio, hanno lavorato tutto il giorno per recuperare il travaso, ripulire la sponda e solo qualche ora fa, attorno alle 17, è stato tolto il divieto d'accesso al porto e ai natanti ormeggiati.
Come è potuto accadere? La spiegazione arriva direttamente da Fabio Schnellmann, responsabile dell’Ufficio eventi e turismo, ponti e pontili della Città, ma anche come deputato PLR da anni impegnato in prima linea nella protezione delle acque del Ceresio. «Il troppo pieno della stazione Lanchetta - spiega Schnellmann - ha travasato nel lago le acque luride. Purtroppo la rete di Lugano non è ancora completamente separata e parte dell’acqua piovana dai tombini finisce nella vasca di contenimento del depuratore intasandola». Un problema non da poco, aggiunge, anche perché «la zona è pregiatissima e a poca distanza dall’Hotel Seegarten e dal Lido stesso».
L’accaduto preoccupa, ma al tempo stesso imbarazza anche. «Mi girano un po’ le scatole perché spesso abbiamo criticato Porto Ceresio per il depuratore. Dopodiché certe falle e lacune ancora le abbiamo in casa...». La prossima mossa è dunque politica: «Bisognerà decidersi a completare una volta per tutte la rete di separazione tra acque chiare e acque luride. Altrimenti il problema potrà sempre ripetersi. È un investimento di svariati milioni ma necessario».