Emanuele Besomi della SPAB: «I cinghiali sono animali pericolosi, soprattutto le femmine con piccoli»
ARANNO - Il caso del cane attaccato da un cinghiale a Kloten (vedi 20 Minuti di oggi) è tutt'altro che un episodio isolato. Solo questo fine settimana una situazione analoga si è verificata proprio in Ticino, più precisamente ad Aranno.
«Stavamo facendo una passeggiata lungo un sentiero. Una strada battuta, frequentata da mamme e bambini. Noi eravamo con Tina, la nostra cagnolina», ci racconta Graziella.
La passeggiata si interrompe con il grido di dolore del cane: «Di colpo è stata attaccata da un cinghiale. L'ha afferrata con i denti e trascinata lungo un pendio. Avevamo timore ad avvicinarci, quindi abbiamo iniziato a tirare dei sassi per spaventare l'animale selvatico». Il cinghiale, alla fine, ha mollato la presa.
«Siamo andati a recuperare Tina - racconta Graziella -, era piena di sangue. Sfortunatamente, essendo sabato, trovare un veterinario si è rivelata un'impresa. Alla fine siamo andati a Varese per farla curare». Tina ha dovuto subire un piccolo intervento, ma ce l'ha fatta: «Per poco il cinghiale non le ha perforato i polmoni. Si è salvata per miracolo anche se ha un bel buco sulla pancia e sulla zampa».
«Nei boschi attenzione, sempre» - «I cinghiali sono animali pericolosi, soprattutto le femmine con piccoli», sottolinea Emanuele Besomi, presidente della Società protezione animali di Bellinzona.
Besomi invita a prestare molta attenzione quando ci si inoltra nei boschi: «Non importa che si passeggi su un sentiero battuto. Bisogna ricordarsi che un animale selvatico può comparire da un momento all'altro. Queste bestie agiscono d'istinto, se si sentono in pericolo attaccano».
Ciò nonostante, il presidente della SPAB vuole evitare inutili allarmismi: «Fino ad ora non mi risultano in Ticino casi di attacchi all'uomo da parte di cinghiali. Al massimo qualche cacciatore è stato ferito, ma nulla di più. In ogni caso hanno dei denti aguzzi che possono anche uccidere. Quando si vede un cinghiale è meglio scappare», conclude.