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LUGANOProcesso Peran bis: l'imputata non si presenta in aula

03.10.16 - 09:36
Il processo è iniziato, ma l’avvocatessa Xenia Peran non c'è e sarà celebrato in contumacia. Colpo di scena in aula: il certificato medico giunge a processo già iniziato
Foto d'archivio (Tipress)
Processo Peran bis: l'imputata non si presenta in aula
Il processo è iniziato, ma l’avvocatessa Xenia Peran non c'è e sarà celebrato in contumacia. Colpo di scena in aula: il certificato medico giunge a processo già iniziato

LUGANO - «Constato formalmente l'assenza dell'imputata». È con questa dichiarazione che il giudice Marco Villa ha aperto il processo a Xenia Peran. Dopo essere stato sospeso ad agosto per una presunta malattia dell’imputata, il processo nei suoi confronti riparte oggi davanti alle Assise criminali in contumacia. Il giudice aveva allertato sia il medico che alcuni agenti di sicurezza per una nuova visita a domicilio. Alle 9.50 c'è stato un piccolo colpo di scena. Il certificato medico è giunto quando ormai il processo era già iniziato da una quindicina di minuti. Si tratta di un certificato della durata di un mese redatto da uno psichiatra psicoterapeuta del Luganese. Il giudice ha quindi deciso di sospendere per mezz'ora il processo.

Oggi in aula Raffaele Russo, collaboratore di Corrado Ferlaino - La donna è accusata di ripetuta appropriazione indebita e svariati altri reati commessi, tra gli altri, nei confronti dell’ex patron del Napoli Corrado Ferlaino. Oggi pomeriggio sarà sentito Raffaele Russo, ex direttore sportivo del Napoli e da sempre stretto collaboratore di Ferlaino, sulla questione della presunta appropriazione indebita nei confronti dell'ex presidente della Società Sportiva Calcio Napoli.

Certificato medico - Ad agosto Peran aveva presentato un certificato medico per giustificare la sua assenza, certificato al quale il giudice Marco Villa non aveva creduto, giudicando come non giustificata l’assenza.

Precetti respinti - L’avvocata luganese, ex esponente Ps, ha interposto ricorsi fino al Tribunale federale contro la procedura a suo carico. Istanze respinte finora dai giudici losannesi. Ma la sua strategia difensiva ha poggiato anche su alcuni precetti esecutivi multimilionari nei confronti degli avvocati di parte avversa e del procuratore pubblico Paolo Bordoli. Tre di questi ricorsi sono stati definitivamente respinti lo scorso giugno dalla Camera di esecuzione e fallimenti del Tribunale d’appello, le sentenze sono state pubblicate proprio in questi giorni. I precetti respinti erano per le somme di 90, 30 e 10 milioni di franchi.

“Mera ritorsione” - Le motivazioni dei precetti erano le seguenti: «Risarcimento danni per violazione di domicilio e furto con scasso con sottrazione intero contenuto studio, intimidazione, minacce, violenza e grave lesione sfera privata e professionale, coazione, abuso forze polizia». I giudici hanno ritenuto illecite le richieste, perché non volute per «ottenere un risarcimento dal ricorrente, quanto piuttosto di angariarlo e danneggiarlo, per mera ritorsione».

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