CANTONE / CONFINEPer "risparmiare soldi e tempo" i frontalieri condividono l'auto

LUGANO - L'immagine - sarà un caso? - ricorda un po' quella dei "ratti" della campagna Udc. Solo che al posto degli slogan anti-immigrazione ci sono quelli della viabilità sostenibile: più passeggeri meno Co2 uguale risparmio. È la risposta (sul piano ideale, non certo politico) alla battaglia sul traffico transfrontaliero in Ticino rilanciata di recente dal direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali. Una pagina Facebook intitolata “Carpooling frontalieri Ticino” e creata da un gruppo di pendolari comaschi per «mettere in contatto i frontalieri dell’alto Lario che offrono un passaggio in auto o ne necessitano». L’idea, ci spiegano gli organizzatori, è che un’auto è meglio di quattro «per gli effetti su traffico e inquinamento».

AUTO VUOTE - «Siamo solo all'inizio, ma l'idea piace» spiega uno dei creatori del gruppo, attivo da dicembre 2013. «Il problema è che le persone sono abitudinarie: magari vanno e vengono tutti i giorni dallo stesso paese e agli stessi orari, ma fanno fatica ad accordarsi». Lo dimostra il fatto che delle circa 12.500 auto di frontalieri che transitano ogni giorno dalla dogana di Ponte Tresa, per fare un esempio, nella fascia oraria 6-8 am ben nove su dieci trasportano il solo conducente (fonte Dipartimento del territorio). Puntare sulle macchinate, o sul "carpooling" all'inglese, sembrerebbe la mossa vincente. Ma è fattibile?

ECOLOGIA AL RISPARMIO - Di sicuro è conveniente. Più sono i passeggeri maggiore è il risparmio. La pensano così anche Emanuele G., 28 anni, che tutte le mattine mette a disposizione la sua auto su Blablacar.it per la tratta Como-Lugano (costo: 2 euro), e Davide C., 41 anni, che si rivolge invece al portale Mitfahrgelegenheit.ch per andare da Como a Zurigo. «In genere chiedo sui 20 euro a passeggero, trattabili − spiega − così abbatto i costi del carburante e dell'usura del veicolo, ma anche i passeggeri ci risparmiano considerando i costi del treno o di un viaggio in auto». Chissà che non decida di approfittarne anche qualche ticinese, prima o poi. «Per ora sette volte su dieci non si tratta di svizzeri ... ma i giovani sono più aperti!» scherza Davide.