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LUGANOOsceno in scena? Reichlin: "Talebani della moralità"

24.09.13 - 09:35
Per l'avvocato Luca Guidicelli la stagione di LuganoInScena è infarcita di pornografia. Ma Reichlin ribatte: "Un abbaglio dei talebani della moralità"
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Osceno in scena? Reichlin: "Talebani della moralità"
Per l'avvocato Luca Guidicelli la stagione di LuganoInScena è infarcita di pornografia. Ma Reichlin ribatte: "Un abbaglio dei talebani della moralità"

LUGANO - «Il tripudio del porno». Chi l’ha detto? Tranquilli, stavolta i Dadò sono innocenti. A calare il giudizio sulla nuova stagione di LuganoInScena è l’avvocato Luca Guidicelli, già municipale di Carona (per dire che è una voce della nostra classe politica). La programmazione, commenta il legale dal suo sito e dalla pagina Facebook, «è infarcita, se non incentrata unicamente su temi sessuali, erotici e pornografici». Chi vuole vedere del sesso, taglia corto, «può tranquillamente e gratuitamente usufruire di siti come youporn.com». E aggiunge: «Personalmente non trovo cultura l'esibizione in contesti artistici di scene con contenuto sessuale. Non sono bacchettone o moralista, ma ritengo vi sia un luogo e un tempo per ogni cosa».

Abbiamo girato la stroncatura allo stesso direttore artistico di LuganoInScena, Renato Reichlin, che, prima coglie il lato positivo «ci fa una bella pubblicità, in particolare al percorso intitolato “Attrazione fatale”», ma poi argomenta come l’avvocato abbia preso lucciole (l’insetto) per lanterne: «Il signor Guidicelli prende un abbaglio, come spesso accade ai talebani della moralità: definisce “porno” spettacoli che sono semmai una denuncia della strumentalizzazione del sesso».
E qui Rechlin rifà una verginità ai titoli contestati: «È il caso di “Sexmachine” contro la prostituzione e il suo “entourage” di magnaccia e clienti (il Ticino ne sa qualcosa); o di “Lolita” sugli effetti di modelli sociali che soffocano l’infanzia e fanno crescere adolescenti con pensieri di donna; o di “Girotondo.com: we porn”, costruito su un classico del Novecento e che ridicolizza la sessualità ridotta ad esibizione».

Ma alcune accuse, sottolinea Reichlin, si smontano da sole: «Il Nostro sfiora poi il ridicolo quando considera “porno” titoli come “Quando la moglie è in vacanza” (commedia del 1952 e film del ’55 con Marilyn Monroe) o “Il Vizietto” (commedia del ’73 e film del ’78 con Ugo Tognazzi): ammetto di non essere così perverso da immaginare Marco Columbro o Enzo Iacchetti come attori a luci rosse…».

L’attacco di Giudicelli si fa frontale quando, munito di apriscatole, cita la famosa “Merda d’artista” del Manzoni più famoso dopo Alessandro: «Compratene un barattolo e contemplatelo in religioso silenzio nella vetrinetta di casa, perché al suo interno non vi è la comune merda, ma un’opera d’arte. Capito il parallelismo?”. Lei, Reichlin, l’ha capito? «Non so cosa il signor Guidicelli capisca di arte, sicuramente non ha capito nulla (“una bella merda”, per fare il verso al Nostro) del nostro programma». Materia che porta fortuna. Si dice.

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