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CHIASSOColombo punta sul tecnologico: "Mai più call center a 900 franchi al mese"

20.09.13 - 21:14
Il sindaco assicura: "Posti di lavoro anche per giovani locali"
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Colombo punta sul tecnologico: "Mai più call center a 900 franchi al mese"
Il sindaco assicura: "Posti di lavoro anche per giovani locali"

CHIASSO - Moreno Colombo vuole fugare ogni dubbio. “Benvenuta impresa nella città di Chiasso” è un progetto che vuole promuovere lo sviluppo del tessuto economico chiassese per creare occupazione e possibilità professionali per i giovani locali.
 
Ad assicurarlo è il sindaco di Chiasso, che difende il suo disegno di promozione economica dalle critiche giunte dal PPD del Mendrisiotto. Filippo Gabaglio, presidente distrettuale dei popolari-democratici, ha sollevato dubbi sull’operazione, che potrebbe diventare “un’arma a doppio taglio per gli operatori e la popolazione locale”. Principalmente il timore espresso è quello del “rischio di un’ulteriore pressione sui salari” e di remote possibilità “che giovani cresciuti e formati in loco possano essere assunti in queste nuove imprese”.
 
“Abbiamo chiarito che le ditte selezionate e scelte attengono al settore dei servizi” – ha affermato Colombo rispondendo alle critiche formulate mezzo stampa da Gabaglio, in cui si esprimeva il timore che le attività manifatturiere venissero dirottate verso altri comuni del Distretto senza un minimo di concertazione tra i Comuni. Su quest’ultimo punto il sindaco rassicura: “La questione dell’artigianato è marginale. All’incontro del 26 settembre con gli imprenditori interessati  metteremo dei paletti molto chiari. Lasciateci prima il tempo di incontrarli e poi osserveremo quali saranno gli sviluppi”. Il sindaco poi ha tenuto a precisare che “questo progetto è stato approvato anche dall’Ente Regionale dello Sviluppo”. “E’ comprensibile il timore del PPD per gli artigiani – ha aggiunto Colombo – ma noi abbiamo già dato priorità ai servizi”.
 
Sindaco, che tipologia di servizi offrono queste aziende?
“sono servizi che principalmente attengono alle nuove tecnologie o che svolgono delle attività commerciali, come ad esempio trading. Vista la morfologia del territorio a Chiasso non c’è posto per insediamenti di tipo artigianale. Il nostro principale intento è di occupare gli spazi lasciati liberi dal settore finanziario, come per esempio il back office di alcune banche trasferito in Svizzera tedesca, che si è ritirato. Ad esempio nello stabile Mercurio sono a disposizione 1'300 m2”.
 
E per quanto riguarda le attività artigianali?
“Se ci fossero delle richieste del genere, si svilupperà una discussione in sede di trattative (trattative che non saranno immediate) di concerto con gli altri Comuni e a condizioni che verranno dettate anche dagli enti pubblici e non viceversa.”
 
Si punta, quindi, tutto sul terziario avanzato…
“Sul quaternario”.
 
Il PPD distrettuale ha sollevato timori riguardanti le pressioni salariali…
"No, nel nostro compendio diciamo a chiare lettere che gli stipendi annuali in Svizzera sono di 50mila franchi minimo per il personale non qualificato, di 65-70mila minimo per il personale semi-qualificato, e di 95mila minimo per il personale altamente specializzato.  A Chiasso i call center da 900 franchi al mese non li vogliamo. Che restino dove sono. Noi puntiamo sul valore aggiunto. Ricordo che nel nostro Comune è stato recentemente installato “l’incubatore del digitale”, progetto sostenuto dalla Confederazione e dal Cantone. Il nostro Municipio lavora affinché le ditte che si installeranno qui abbiano la possibilità di assumere anche giovani locali. E per raggiungere questa finalità stiamo creando una rete di contatti tra le istituzioni chiassesi  e le fiduciarie. Questo perché sappiamo che le ditte italiane che si vogliono installare in Svizzera, basta che si rivolgano a un avvocato o a un fiduciario per iscriversi al Registro di Commercio, riuscendo a scavalcare le istituzioni locali. Noi vogliamo, invece, fissare dei criteri chiari e sensibilizzare questi imprenditori, affinché dimostrino una coscienza sociale. So che non è facile, ma noi lo vogliamo fare”.

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