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BALERNA«Qui la gente spende meno: siamo in cure palliative»

28.02.24 - 17:34
L'addio di Manor è una mazzata psicologica per il Mendrisiotto. Davide Rampoldi, presidente dei commercianti: «Situazione di sofferenza».
Ti-Press (archivio)
«Qui la gente spende meno: siamo in cure palliative»
L'addio di Manor è una mazzata psicologica per il Mendrisiotto. Davide Rampoldi, presidente dei commercianti: «Situazione di sofferenza».

BALERNA - Manor quasi sicuramente abbandonerà il Centro Breggia di Balerna (oltre che la sede di Sant'Antonino). Ed è l'ennesimo smacco per il Mendrisiotto. Deluso anche Davide Rampoldi, presidente della società dei commercianti della regione. «Questo addio – dice – è il termometro di una situazione di sofferenza». 

Manor è un po' il negozio portante del Centro Breggia. Si rischia col tempo di avere un caso simile a quello del Centro Ovale di Chiasso?
«Speriamo di no. Anche se psicologicamente è una mazzata per tutta la regione. Manor, e prima Innovazione, erano lì da una vita. C'è una rottura col passato che fa male». 

Oggettivamente come stanno i commerci del Mendrisiotto?
«Manor è un colosso. E non fa tanto stato. Più in generale dobbiamo ammetterlo: siamo in cure palliative. C'è chi resiste perché è storico. Altri hanno capito che non si può stare nel negozietto ad aspettare il cliente e si danno da fare sui social o partecipando a eventi».

Qual è il principale problema?
«La gente continua a entrare nei negozi. Ma spende di meno rispetto al passato. Ha meno potere d'acquisto».

Il Governo ticinese recentemente a un sondaggio di Berna ha risposto che per ora è meglio non mettere un freno alla spesa in Italia. Le ha dato fastidio?
«Un po'. Capisco che il Governo volesse tutelare quelle famiglie in difficoltà che vanno a fare la spesa oltre confine perché non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Però forse c'era un modo diverso per esprimersi e per agire. Noi nel Mendrisiotto la concorrenza con l'Italia la sentiamo. E non siamo stati difesi».  

Torniamo ai centri commerciali. Il Serfontana sembra pronto a rilanciarsi. 
«L'auspicio è che il progetto decolli. Altrimenti tra Centro Breggia e Serfontana si rischia di avere un vuoto enorme in una zona in cui storicamente c'erano due grossi punti di riferimento». 

Come si può risollevare le sorti del commercio nel Mendrisiotto?
«Io lo dico da tempo. Per alcuni anni la zona dovrebbe essere esentata dall'IVA. Ma Berna non vuole. E quindi si arranca. Peccato, perché con questo "periodo finestra" attireremmo nuovi negozi e nuovi clienti». 

Ha in testa soluzioni più fattibili nell'immediato?
«Intendiamoci, gli stipendi ticinesi sono bassi. E la vita costa troppo. Basti pensare alla cassa malati, agli affitti, al trasporto pubblico. Bisognerebbe abbassare il costo della vita. Non è evidente. Nel frattempo però si potrebbe ovviare alla situazione critica con sostegni federali o cantonali sul personale e sulle strutture. In modo che si riesca a stare a galla in questo periodo così delicato».

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