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CANTONE«Lei mi ha puntato un coltello e mi ha spento una sigaretta addosso»

07.03.24 - 06:30
Il caso di Luca non è isolato. Crudeltà domestica, tra le vittime anche maschi. L'esperto: «Violenza soprattutto psicologica».
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«Lei mi ha puntato un coltello e mi ha spento una sigaretta addosso»
Il caso di Luca non è isolato. Crudeltà domestica, tra le vittime anche maschi. L'esperto: «Violenza soprattutto psicologica».

LOCARNO - La violenza domestica? Piaga tremenda e spesso nascosta. Ancora più nascosto è il fatto che in circa il 5,1% delle circostanze in cui la Polizia cantonale interviene la vittima è un maschio e a commettere violenza è la donna. «Se ne parla troppo poco», sostiene Pietro Vanetti, presidente dell'associazione Agna che il prossimo 22 marzo alla Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona organizza un pomeriggio di sensibilizzazione sul tema.

Una situazione grave – Il caso di Luca (vero nome noto alla redazione) è quasi estremo. Il 30enne del Locarnese viene spesso minacciato dalla moglie. «Percosse. Una sigaretta spenta sul corpo. Un coltello puntato contro di me. Sono solo alcune delle violenze che ho subito negli ultimi due anni». 

I blocchi psicologici – Ma perché Luca non riesce a staccarsi da questa relazione a dir poco tossica? È lui stesso a raccontarlo. «Lei minaccia di uccidersi in caso di separazione. E io ho paura che lo faccia davvero. Forse temo anche di restare da solo. Su questo ci sto lavorando. In più ho sempre la speranza che possa migliorare qualcosa. Quando ci siamo conosciuti non era così».

«L'uomo non sa a chi rivolgersi» – La testimonianza di Luca ricorda in un certo senso quello delle migliaia di donne vittime di violenza domestica che spesso raccontano di scoprire la vera personalità del partner solo in un secondo tempo. «Il problema – spiega Vanetti – è che in questo momento preciso un uomo in simili condizioni non sa bene a chi rivolgersi in Ticino. Intendiamoci: gli esperti ci sono. Ma se si fa un giro sui siti delle istituzioni i servizi sono presentati quasi sempre come se l'utente fosse femminile. Visto questo contesto magari un uomo si vergogna a segnalare la propria condizione. È un tabù che deve cadere».

Soprattutto denigrazione – Vanetti non si affida solo alle statistiche. «Temo che la percentuale di uomini che vivono una situazione di reale disagio domestico sia molto più alta di quella che si conosce. Secondo un studio nel 2020 in Svizzera il 28% dei casi di violenza domestica riguardava uomini. Si tratta soprattutto di casi di violenza psicologica. O di denigrazione. Decisamente più rara la violenza fisica». 

La fatica di chiedere aiuto – Un partner prigioniero di una condizione del genere come può liberarsi dalla relazione tossica? Pierpaolo Matozzo, psicoterapeuta e terapista di coppia, spiega: «Sembra banale. Ma chiedere aiuto è l'unica soluzione. A quel punto la vittima può piano piano prendere consapevolezza. Anche del fatto che se si trova in una relazione tossica probabilmente è perché ha qualcosa da compensare. Solitamente si fa fatica a chiedere aiuto. Ci si arriva quando la sofferenza è ormai alle stelle». 

Meccanismi perversi – Il terapeuta è puntualmente confrontato con casi simili. «Imparare a conoscere quali sono i meccanismi perversi che si sviluppano in coppia è fondamentale. Ci si illude spesso di potere salvare l'altra persona. Oppure che migliori. Basta una sua parola dolce per riaccendere la speranza e cancellare la voglia di chiudere. Spesso io dico alle vittime di denunciare. Sull'altro fronte trovo paura. Paura dell'altro. Ma anche del contesto sociale. Del giudizio. Si spera sempre che intervenga qualcuno di esterno a risolvere la situazione. Ed è lì che sta il grave errore. Nessuno può risolvere i nostri problemi. Dobbiamo farlo noi in prima persona. Però ci sono delle persone che possono aiutare a riaccendere la luce». 

«Società più fragile» – In Svizzera intanto è allarme femminicidi: già quattro le donne uccise da inizio anno. La sensazione è che i casi di violenza domestica siano decisamente di più rispetto al passato. «Da una parte bisogna dire che i media e l'opinione pubblica oggi sono più sensibili e parlano maggiormente di questi casi. Però è vero che qualcosa pare cambiato. Sempre più persone si trovano in questa situazione perché la società è sempre più fragile e individualista. Povera di affetto. E allora si cerca un po' di calore in una relazione tossica pur di non restare soli. Ci si accontenta delle briciole». 

Due altri importanti appuntamenti: a Trevano e a Cugnasco-Gerra
Il tema della violenza domestica è sempre più sentito.
Se ne parlerà anche oggi, giovedì 7 marzo, presso l'Aula Magna del Centro Professionale Tecnico di Trevano a partire dalle 20.30. Il titolo della serata, che propone un approccio alternativo al tema, è "Guardo te senza giudizio". Diversi i relatori moderati dalla giornalista Natascia Bandecchi: da Roberta Schaller, giurista e criminologa ad Arianna Lucia Vassere, attivista LGBTQIA+; da Maura Clerici, testimone, a Manga, presidente dell'associazione Mi-Ti-Ci Against Abuse.
Martedì 12 marzo invece il tema della violenza domestica (in particolare sulle donne) sarà affrontato presso il Centro scolastico di Cugnasco-Gerra. A partire dalle 20 interverranno Elena Nuzzo, membra dell’associazione Punto Zero e Lorena Santo, presidentessa dell'Associazione casa Armònia.

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