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Beat Jans a Chiasso, parte dal Ticino la nuova riforma svizzera sull'asilo

CANTONEBeat Jans a Chiasso, parte dal Ticino la nuova riforma svizzera sull'asilo

20.02.24 - 13:05
Il Consigliere federale, e capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia, oggi in Ticino per visitare il Centro federale d'asilo.
Davide Giordano
Beat Jans a Chiasso, parte dal Ticino la nuova riforma svizzera sull'asilo
Il Consigliere federale, e capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia, oggi in Ticino per visitare il Centro federale d'asilo.

CHIASSO - Il consigliere federale e direttore del Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp) Beat Jans, è arrivato a Chiasso dove questo martedì ha visitato il Centro federale d'asilo di Via Milano, incontrando anche i sindaci di Chiasso, Novazzano e Balerna così come con una rappresentativa del Consiglio di Stato, composta da Marina Carobbio-Guscetti, Norman Gobbi e Raffaele De Rosa.

In seguito si è tenuta una conferenza stampa. Presente, per il Consiglio di Stato, anche il presidente Raffaele De Rosa.

«Devo dire che il lavoro che fate qui a Chiasso è encomiabile, frutto di un gran cuore», esordisce Jans ringraziando il personale e le autorità.

Jans: «La popolazione deve potersi sentire sicura» - «So che la situazione qui al Centro di Chiasso, e in tutto il canton Ticino, è estremamente tesa e che c'è molta preoccupazione. Per questo per me era importante venire qui», continua, «per quanto mi riguarda è fondamentale che sia garantita la dignità delle persone, una cosa che però è emersa ed è altrettanto fondamentale - è che la popolazione locale non si sente più sicura e che la Polizia si è trovata da sola a fronteggiare un numero imponente di interventi, 174 in un solo anno. Così non va».

«Come si può migliorare la situazione? Permettendo che i richiedenti svolgano più attività quotidiane, che siano maggiormente impegnati al di fuori del Centro e che siano socialmente utili», continua il basilese, «un'altra idea è quella di aumentare le possibilità d'incontro con la popolazione civile, si tratta di un approccio - questo - che ha già dimostrato di funzionare».

Focus, i minorenni (non accompagnati) al di fuori della scuola dell'obbligo, «ai quali va garantita una formazione» a partire già dall'anno scolastico 2024/2025.

Una riforma che parte dal Ticino - Nella visita di oggi Jans ha anche anticipato una serie di misure che fanno parte di una riforma più ampia nel settore dell'asilo «che riguarderà Chiasso, con un pacchetto mirato, ma anche tutti Centri della Confederazione». Novità, queste, volte «ad allentare la tensione nei centri di asilo». Le proposte, come da prassi, verranno vagliate dal Consiglio Federale e poi dal Parlamento.

«Ci tengo comunque a puntualizzare che, a essere problematici, sono solo una minoranza dei richiedenti l'asilo», spiega il consigliere federale, «si parla di persone che non rispettano le regole, che commettono furti con scasso e rubano automobili, che assumono comportamenti violenti, anche nei confronti dei collaboratori dei centri, e non si fanno dissuadere dalla polizia e dai fermi».

«Sono pochi, è vero, ma sono anche quelli che preoccupano di più la popolazione e anche gli altri richiedenti», aggiunge, presentando le misure, figlie di una stretta interazione con tutti gli altri attori coinvolti.

Lotta alle “false” domande - Queste misure «riguardano i richiedenti provenienti da Paesi con un tasso di concessione dell'asilo inferiore all'uno per cento, ossia in particolare da Algeria, Tunisia e Marocco. Nel 2023 le domande con scarse probabilità di essere accolte sono state quasi un quarto delle oltre 24'000 prime domande.

Inoltre, secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM), le strutture d'asilo vengono regolarmente utilizzate nei fine settimana come alloggi temporanei soprattutto da cittadini provenienti da questi Paesi».

Jans ha in particolare annunciato che la procedura di 24 ore, che è stata testata con successo nei mesi scorsi presso il CFA di Zurigo, «verrà introdotta in tutti i CFA con funzione procedurale entro fine aprile 2024». Per gestire il più velocemente possibile le domande che presumibilmente non saranno accolte, tutte le principali fasi procedurali saranno effettuate entro questo breve lasso di tempo.

Inoltre, i richiedenti provenienti da Paesi con scarse probabilità di ottenere l'asilo «dovranno dapprima motivare la loro domanda per scritto».

Niente richieste d'asilo nel fine settimana - Per contrastare ulteriormente l'utilizzo abusivo delle strutture ricettive, le domande d'asilo potranno essere presentate solo durante i giorni della settimana.

In questo modo si intende evitare che i richiedenti l'asilo alloggino in un CFA durante il fine settimana e lo lascino prima che, il lunedì, siano rilevate le loro impronte digitali e sia avviata formalmente la procedura d'asilo. I richiedenti l'asilo vulnerabili, come le donne che viaggiano da sole, le famiglie, i minori non accompagnati e le persone anziane o malate, potranno ancora essere accolte anche nel fine settimana.

Recidivi nel mirino - Inoltre, in futuro le autorità migratorie federali e cantonali, insieme alle autorità di perseguimento penale collaboreranno ancora più strettamente per intraprendere azioni mirate contro un piccolo numero di recidivi del settore dell'asilo e degli stranieri. In molti casi la gravità dei reati non è sufficiente per una privazione penale della libertà.

Per evitare che costoro commettano altri reati, è necessario applicare in modo ottimale tutte le misure di diritto penale e di diritto degli stranieri disponibili, compresa la carcerazione amministrativa, il che è possibile solamente se vi è uno stretto coordinamento tra le autorità coinvolte.

A tale scopo sarà migliorato lo scambio di informazioni, saranno istituite tavole rotonde in tutte le regioni d'asilo con gli interessati sul tema sicurezza e sarà introdotta una gestione specifica dei casi di recidiva.

In Ticino più risorse e sicurezza - «In Ticino questa misura è già in fase di attuazione», come ribadito in occasione della conferenza stampa «è stato aumentato il numero dei posti a tempo pieno per l'organizzazione e l'accompagnamento dei programmi d'occupazione e degli impieghi di pubblica utilità».

«In tal modo, un numero maggiore di richiedenti l'asilo potrà partecipare a questi programmi e accettare simili impieghi, con una conseguente intensificazione degli scambi con le organizzazioni della società civile».

Accanto alle misure introdotte su scala nazionale per sgravare le strutture d'asilo, saranno attuati ulteriori provvedimenti presso il nuovo CFA Pasture di Balerna/Novazzano, in collaborazione con la polizia cantonale al fine di migliorare la sicurezza in loco.

De Rosa: «Misure che vanno nella giusta direzione»

«Dopo l'incontro di novembre c'eravamo lasciati con l'impegno dell'implementazione di diverse misure necessarie per rispondere in maniera adeguata alle problematiche che interessano il nostro cantone, i comuni e il Mendrisiotto in particolare», prende la parola Raffaele De Rosa. Proprio Mendrisiotto «in quanto regione di frontiera e crocevia dei flussi migratori è una vera e propria porta d'accesso a chi vuole accedere all'Europa».

«La popolazione ticinese ha sempre dimostrato una grande sensibilità e apertura nei confronti delle persone che fuggono da guerre, conflitti e atrocità. Tuttavia la pressione migratoria, i problemi di ordine pubblico, le entrate illegali e alcuni episodi gravi capitati di recente hanno accresciuto nella popolazione sentimenti di preoccupazione e insicurezza», da qui la necessità di «una strategia sì sul lungo termine ma che sia efficace anche sul breve termine, perché anche per il 2024 si annuncia un periodo difficile e complicato, basta osservare la situazione internazionale e le previsioni relative al numero di domande che arriveranno».

Le misure annunciate dalla SEM «sono passi avanti concreti che vanno nella giusta direzione», chiosa De Rosa, «alcune sono già state applicate, altre sono in fase avanzata di approfondimento e pronte per essere messe in atto, penso ad esempio alla chiusura per il centro di Via Motta del 2023 così come quelle legate alla semplificazione e alla velocizzazione delle procedure sulla base del progetto pilota del Centro di Zurigo, così come le misure di messa in sicurezza dei centri e delle aree a loro adiacenti e a quelle di integrazione professionale e sociale delle persone richiedenti».

Parlando di logistica - una questione ancora «aperta» e da sistemare - ma anche di presa a carico di minorenni non accompagnati, il presidente del Consiglio di Stato apre al tema dei «oneri accresciuti» che i cantoni (nella fattispecie il Ticino) si sobbarcano per far fronte all'emergenza migratoria e all'attesa «di un maggiore riconoscimento finanziario da parte della Confederazione» che «si ritiene debba essere garantito» anche per tutti i costi relativi al rimpatrio.

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