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BELLINZONA«Sto male, ma non ti dico perché»: solo un bisogno di attenzioni?

26.01.24 - 06:30
Le ragioni dietro la tendenza, diffusa tra i Vip, di annunciare un problema senza spiegare di cosa si tratti. La parola all'esperto.
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«Sto male, ma non ti dico perché»: solo un bisogno di attenzioni?
Le ragioni dietro la tendenza, diffusa tra i Vip, di annunciare un problema senza spiegare di cosa si tratti. La parola all'esperto.

BELLINZONA - «Sto male, ma non ti dico perché». I social sono ormai parte integrante del linguaggio comunicativo di Vip e personaggi famosi, eppure una nuova tendenza sta facendo storcere il naso a qualcuno. Annunciare un problema, un dolore oppure un tormento, su Instagram senza però specificare la sua natura. Un annuncio seguito da uno sbrigativo «spiegherò poi» che tiene con il fiato sospeso amici, parenti e follower. Lo ha fatto Tiziano Ferro in primis, seguito a ruota da Fedez. Il fenomeno è però più esteso e ingloba anche il mondo del calcio. Ne sa qualcosa Mauro Icardi. Quando ancora giocava al Psg l'attaccante argentino ha fatto spaventare i suoi follower pubblicando su Instagram una foto del letto di un ospedale senza nessuna spiegazione.

L'ultima in ordine cronologico, che ha interessato da vicino il nostro Cantone, ad allinearsi a questa tendenza è stata Christa Rigozzi. «Abbiamo bisogno di tempo per elaborare e digerire il tutto», aveva spiegato l'ex Miss Svizzera in un video senza chiarire cosa fosse successo. Si tratta di un semplice bisogno di attenzioni, un impulso dettato dal momento oppure una manovra studiata e calcolata?

Pierre Kahn, psicologo e psicoterapeuta specializzato nelle tematiche legate all'apparizione sui media, ci ha aiutato a capire quali meccanismi si nascondono dietro questi comportamenti. «Bisogna distinguere tra il vero personaggio pubblico riconosciuto come tale, e quello che vorrebbe esserlo. Il vero personaggio pubblico rischia di ritrovarsi in una situazione dove a volte la sua comunicazione è necessaria per alimentare la sua notorietà. In altri momenti però vorrebbe mantenere un certo riserbo. Queste distinzioni o questi equilibri non sono facili da costruire, e soprattutto non creano unanimità tra gli spettatori. Lo pseudo personaggio pubblico invece, è probabilmente meno incline a distinguere tra vita pubblica e privata, e quindi userà qualsiasi comunicazione anche ad alto livello emotivo, per accrescere la propria fama».

Non si tratta quindi solo di una mera ricerca d'attenzione.
«Il vero personaggio pubblico non credo cerchi necessariamente d’attirare l’attenzione su di sé. Non lo escluderei a priori soprattutto se si tratta di un personaggio che sta entrando nell'oblio collettivo. Penso però che esista un’altra categoria di personaggi, che tramite un'informazione seppur parziale, chieda ai propri seguaci una sorta di time-out, di un momento nel quale desidera essere una persona qualsiasi. Spera di creare così una barriera provvisoria, giustificabile ai suoi occhi».

Perché tenere tutti con il fiato sospeso?
«Non credo sia l'intenzione di questi personaggi, però il rischio è inevitabile. Non dobbiamo mai dimenticare che le celebrità sono prima di tutto delle persone che hanno come tutti noi delle difficoltà e quindi delle fragilità. La loro popolarità li colloca forse in una posizione in cui non è più possibile avere una chiara differenziazione tra vita pubblica e privata, come se dovessero essere sempre trasparenti e accessibili in ogni momento della loro esistenza».

Potrebbe rivelarsi un modo di comunicare controproducente che invece di ridurre il problema lo ingigantisce?
«La comunicazione potrebbe essere fraintesa. Non credo sia facile per questi personaggi usare sempre "la comunicazione corretta": nei loro momenti difficili è possibile che siano più centrati su loro stessi e siano meno attenti nell’immedesimarsi nella posizione del pubblico, e su come l’opinione pubblica "leggerà" quel tipo di comunicazione».

Non solo Vip ma anche persone comuni inviano spesso foto dal letto d'ospedale senza nessuna spiegazione. Sono dinamiche simili? 
«Quando parliamo di persone comuni e non di personaggi pubblici, che pubblicano questo tipo di foto, non siamo dal mio punto di vista, nelle stesse dinamiche. Siamo più in presenza di "un dramma sociale" spesso vissuto ai giorni nostri: persone sole che vivono una carenza d’affetti, in un'epoca che paradossalmente vorrebbe che tutti fossimo interconnessi. Non dobbiamo mai dimenticarci che siamo degli animali sociali, bisognosi di essere con gli altri, e di essere riconosciuti da parte dei nostri simili».

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