Cerca e trova immobili
Fumogeni e uno striscione inequivocabile: «Immigrati a casa»

BELLINZONAFumogeni e uno striscione inequivocabile: «Immigrati a casa»

01.10.23 - 12:48
Il gruppo di estrema destra Junge Tat ha manifestato contro la politica migratoria svizzera ieri pomeriggio a Castelgrande.
Lettore Tio.ch / 20 minuti
Fumogeni e uno striscione inequivocabile: «Immigrati a casa»
Il gruppo di estrema destra Junge Tat ha manifestato contro la politica migratoria svizzera ieri pomeriggio a Castelgrande.

BELLINZONA - Fumogeni. E uno striscione, srotolato lungo la Torre Bianca di Castelgrande, con una scritta dal contenuto inequivocabile e che non lascia adito a interpretazioni o dubbi. «Immigrati a casa». È questo, a grandi linee, il succo della manifestazione orchestrata ieri pomeriggio da Junge Tat a Bellinzona, nella quale il gruppo di estrema destra ha chiesto al Consiglio federale un rimpatrio immediato dei migranti.

«Via gli immigrati» - E non è un caso che la manifestazione - come scrive lo stesso gruppo sul proprio canale di Telegram - si sia svolta in Ticino, cantone in cui la gestione degli immigrati è da tempo lacunosa. «A pochi minuti da qui ogni giorno centinaia di migranti vengono sorpresi ad attraversare illegalmente il confine»,  sottolineano i militanti di Junge Tat invitando il Consiglio federale e la politica ad agire subito «proteggendo i confini, deportando i clandestini e avviando la remigrazione». Per far questo - scrive il gruppo - bisognerebbe seguire l'esempio australiano. «L'Europa deve fare come l'Australia se non vuole soccombere. La chiusura delle frontiere e il rimpatrio di tutti gli immigrati non solo libererebbero il Vecchio Continente dal suo gioco, ma fermerebbero anche le pericolose traversate del Mediterraneo». All'arrivo degli agenti di polizia i manifestanti sono fuggiti. Lo striscione è invece stato rimosso.

Molto attivi Oltralpe - Il gruppo Junge Tat, di loro avevamo parlato qui, è tuttora sotto osservazione dalla Fedpol. Contro i suoi membri sono in corso diversi procedimenti. L'organizzazione, di stampo neonazista, era balzata agli onori della cronaca nell'ottobre del 2022, quando alcuni uomini incappucciati avevano deciso di irrompere a una sessione di lettura per bambini al teatro Tanzhaus di Zurigo con uno striscione che invocava «la famiglia al posto dell'ideologia di genere». Recentemente alcune case dei membri del gruppo sono state perquisite nei cantoni di Zurigo, Turgovia e Berna in relazione a un incidente avvenuto davanti a un centro per profughi di Peutenhausen, in Baviera, lo scorso mese febbraio. Anche in quell'occasione alcune persone (mascherate) avevano srotolato uno striscione e acceso fumogeni. Quella di ieri a Bellinzona è invece la prima volta che il gruppo agisce in Ticino.

La presa di posizione dei Giovani socialisti: «È nostro dovere lottare per una società antifascista» - Il gesto di Junge Tat ha ovviamente provocato forti reazioni, soprattutto da sinistra. La Gioventù socialista (GISO) ha avvertito che «è nostro dovere lottare per una società solidale e antifascista», attaccando nel contempo i partiti borghesi che con il loro silenzio «legittimano» questo tipo di attività. La GISO sottolinea poi che il pericolo rappresentato da Junge Tat per i diritti e la libertà delle persone è «evidente» e che bisogna «denunciare la loro attività neonazista», ricordando infine che l'estrema destra si sta rafforzando sempre più in tutta Europa. «L'antifascimo - conclude GISO - è un dovere. Soprattutto per dimostrare solidarietà verso coloro che sono costretti a fuggire dal loro Paese per tentare un viaggio di speranza verso la salvezza, un viaggio che non ha alcuna certezza e che mette in serio pericolo la loro vita».

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE