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LUMINOGli arriva una fattura per un intervento di 50 anni prima

05.10.23 - 09:42
Il protagonista: «Mio nonno costruì una stradina. Il geometra ora aggiorna le mappe ed emette il conto. Devo pagare io?» Lacuna nelle regole?
Ti-Press (archivio)
Gli arriva una fattura per un intervento di 50 anni prima
Il protagonista: «Mio nonno costruì una stradina. Il geometra ora aggiorna le mappe ed emette il conto. Devo pagare io?» Lacuna nelle regole?

LUMINO - Il nonno a metà degli anni ’70 aveva eliminato quel prato per costruire una stradina di accesso alla casa. Mezzo secolo più tardi nella buca delle lettere del nipote arriva una fattura di 372 franchi suddivisa in due rate. Soldi che servono per pagare il geometra che di recente ha aggiornato i piani della misurazione ufficiale su segnalazione del Cantone e del Comune di Lumino. Censendo finalmente quella stradina. «Ma tocca a me pagare per una cosa che ha fatto mio nonno 50 anni fa? Io all'epoca avevo sei anni», dice il nostro interlocutore. 

«Altre persone come me» – L'uomo si aggrappa al principio giuridico generale della prescrizione. O meglio della perenzione. «Dopo 10 anni non avrebbero più diritto di chiedermi di pagare – sostiene –. Di recente il geometra è stato incaricato dal Cantone di aggiornare i piani della misurazione ufficiale, per il cambio di destinazione, da prato a strada. Giustamente poi il geometra ha mandato la sua fattura al Comune, che l'ha girata ai residenti. Altre persone si sono ritrovate come me».

«Se c'è un bene non censito...» – «Il fatto – replica Floriano Righetti, segretario comunale di Lumino – è che il geometra ha effettivamente svolto un compito in epoca molto recente. Qualche mese fa. È questo a fare stato. In ambito catastale se c'è un bene che non è stato censito, lo si deve censire. Anche se è passato un secolo dal cambiamento in questione, la necessità di procedere ai cambiamenti delle mappe catastali è imprescrittibile».   

La prassi – L'intervento del geometra è stato necessario sulla base del suggerimento del Cantone. Dall’Ufficio del catasto e dei riordini fondiari spiegano qual è la prassi: «Il Comune deve segnalare al proprio geometra revisore tutti gli oggetti sottoposti a domanda di costruzione per la loro messa in mappa. Le misurazioni ufficiali effettuate dai geometri revisori per conto dei Comuni sono verificate dal competente ufficio cantonale».

Quelle foto aeree – Il caso in questione nasce in occasione dei lavori di verifica della misurazione ufficiale di Lumino. «Con l’ausilio di foto aeree – riprendono dal Cantone – si sono riscontrate alcune lacune sullo stato di aggiornamento della mappa. Dalle foto aeree risultavano dei manufatti non inseriti nei piani della misurazione ufficiale e al geometra revisore è stato chiesto di verificare la situazione. Le questioni legate alle fatturazioni? Sono di competenza dell’ente fatturante, vale a dire il Comune».

«Caso interessante, ci troviamo di fronte a una riflessione» – «È vero che il cambiamento nel concreto è avvenuto circa 50 anni fa – riprende Righetti –. E capiamo il cittadino che si chiede come mai dovere pagare per un intervento risalente a mezzo secolo prima (e voluto da un'altra persona). È anche vero, come detto, che il lavoro di aggiornamento da parte del geometra è stato svolto poco tempo fa. Il caso è interessante. E ci pone di fronte a una riflessione. Andrebbero chiariti i motivi per cui la "tenuta a giorno" non sia stata fatta al momento dell'intervento eseguito sul fondo e per quali ragioni il geometra non fosse stato a suo tempo al corrente della questione. Andrebbe valutata l'intera situazione con tutte le parti in causa».

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