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PIANO DI PECCIACinquant’anni di storie e di vita dentro un campo da calcio (e un libro)

19.06.23 - 06:30
Un volume racconta «i personaggi più intriganti e le emozioni vere» di una kermesse calcistica che ha superato il mezzo secolo di vita.
Gruppo animazione valle di Peccia
Cinquant’anni di storie e di vita dentro un campo da calcio (e un libro)
Un volume racconta «i personaggi più intriganti e le emozioni vere» di una kermesse calcistica che ha superato il mezzo secolo di vita.

PIANO DI PECCIA - “A tutte le persone che tanto hanno dato al torneo e troppo presto ci hanno lasciato”. È la dedica presente ne “I racconti del Draione”, libro realizzato da
Patrick Mancini, con la collaborazione di Mario Donati e Daniele Rotanzi. Il pensiero, collocato a pagina tre, è il tratto distintivo di un volume capace di raccontare un campo ad alta quota e un torneo unico in grado di tagliare il traguardo delle cinquanta edizioni. Ma, soprattutto, il libro raccoglie storie di valle (vere, anche se romanzate), tragedie e gioie vissute in oltre mezzo secolo.

L’idea del volume, che dovrebbe uscire questa settimana, nasce nel dicembre del 2019. Da quel momento, è stato come entrare «nella tana del bianconiglio - si legge nell’introduzione -. Abbiamo incontrato i personaggi più intriganti e raccolto le emozioni vere». Si racconta, per esempio, del nipote talentuoso, del presidente che ci va giù pesante, dell’uomo dell’est e della lettera portata dal vento.

«La prima edizione del Torneo si è tenuta nel 1968 a Fusio sotto la diga del Sambuco e fu promossa da Emilio Tabacchi», racconta Daniele Rotanzi, presidente del gruppo animazione valle di Peccia, realtà organizzatrice della kermesse. «Dall’anno successivo - continua - si tenne al Piano sul terreno del Draione», un deposito dei materiali di scarto provenienti delle gallerie Ofima scavate negli anni Cinquanta.

L'edizione 2023 inizierà venerdì 30 giugno. Comincerà la sera con la cena, la presentazione del libro e la serata danzante con i Bandalarga. Sabato e domenica si disputerà il torneo. «Il calcio è una scusa per stare insieme - continua Rotanzi - le squadre sono 18: negli anni Ottanta si era arrivati ad averne 32 e, infatti, il torneo durava due weekend». Sono circa un migliaio le persone che accorrono, di solito, all’evento: «Oggi partecipano i figli o i nipoti - conclude il presidente del gruppo - di chi l’ha creato. È bello abbia resistito negli anni, soprattutto ora, con i cellulari e tutte le distrazioni a disposizione».

Per il co autore Mario Donati, «nella nascita di una manifestazione come quella del Draióm, credo che ci metta sempre lo zampino il caso e il resto lo fanno la passione, l’attaccamento alle proprie terre, un po’ di visione e un briciolo di spregiudicatezza». Inoltre, «I mille metri del Draióm, l’ombra della pineta che nel pomeriggio si allunga sul campo, la brezza che scende da Sovénat, la fontana con l’acqua fresca, lo sguardo sulla Rossa, il Mascarpino e il Pizzo Ruscada. Vuoi che contino proprio nulla?».

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COMMENTI
 

Suissefarmer 10 mesi fa su tio
20 anni orsono avevo partecipato ad un torneo li.... che storia
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