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CANTONELa doppia vita (scolastica) degli studenti delle medie ucraini

03.03.23 - 08:53
Di giorno sui banchi della scuola ticinese, la sera (e la notte) sul web per quella ucraina. Il Decs: «Fenomeno noto, ma in calo»
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La doppia vita (scolastica) degli studenti delle medie ucraini
Di giorno sui banchi della scuola ticinese, la sera (e la notte) sul web per quella ucraina. Il Decs: «Fenomeno noto, ma in calo»

LUGANO - Quando Ekaterina alle 8 arriva a scuola è spesso già stanca e in classe è poco motivata, non segue la lezione e si distrae facilmente.

Dopo un anno che si trova in Ticino non parla un granché d'italiano e non lo capisce proprio benissimo, aiutandosi spesso con il cellulare per tradurre. Perlopiù, in classe, con i compagni che non sono ucraini e con gli insegnanti parla inglese.

Finita la giornata prende il bus e torna a casa, giusto il tempo di una merenda, accende il computer e la sua giornata scolastica ricomincia da capo, ma in ucraino.

Ekaterina non esiste ma potrebbe benissimo essere una delle diverse ragazzine e ragazzini rifugiati ucraini che, oltre a quella ticinese, ne frequentano una seconda online per ottenere un diploma di scuola media del loro Paese.

I motivi sono diversi, da una parte c'è chi spera di tornarci, in Ucraina, per riprendere il filo di quella normalità spezzata dai missili. Dall'altra per alcune famiglie è ritenuto in qualche modo più affidabile il titolo di studio ucraino (per motivi di lingua e quindi di rendimento). Anche nell'ottica di un'ammissione in scuole superiori private (e non), in Svizzera e all'estero.

Il fatto che queste ragazzi e questi ragazzi si stiano sottoponendo a un "doppio carico" scolastico è cosa nota fra i docenti che li seguono, nelle direzioni delle scuole (che in alcuni casi si adeguano, fornendo loro anche gli spazi per svolgere questa didattica a distanza, durante pause pranzo e ore "buche") così come alla Sezione dell'insegnamento (SIM) medio del Decs.

«Certamente ne siamo a conoscenza», conferma la caposezione Tiziana Zaninelli, «è anche vero che però non sappiamo esattamente quanti siano, le informazioni che al momento abbiamo a disposizione sono quelle che ci arrivano dai direttori delle scuole. Da quello che ci risulta, questo della didattica a distanza degli studenti ucraini, è un fenomeno che si è sentito soprattutto durante i primi mesi. In questo loro secondo anno scolastico appare invece in calo».

Una spiegazione, questa, che trova conferma nelle informazioni raccolte da tio.ch, con famiglie che decidono per l'abbandono del percorso online per i loro figli perché - ormai - vedono il loro futuro in Svizzera. Al momento a frequentare le aule virtuali sarebbero soprattutto i più "grandicelli" che frequentano la terza e quarta media.

Questa della doppia scolarità resta in ogni caso una novità per il sistema scolastico ticinese che, negli anni, ha affrontato diverse ondate migratorie: «È senz'altro un aspetto particolare di questa flusso, che avviene in un momento storico e tecnologico particolare e coinvolge persone di estrazione sociale differente».

Da parte del Decs, sono state emanate linee guida ufficiali relative alla gestione della "convivenza" fra queste due frequenze? «Al momento no», ci conferma Zaninelli.  «Per ora per noi la priorità è che venga rispettato l'obbligo scolastico», ribadisce la caposezione, «quindi che bambine e bambini vadano a scuola e frequentino e soprattutto frequentino le lezioni di lingua italiana e integrazione».

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