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CANTONESe il carrello della spesa diventa la spesa stessa

09.03.22 - 10:30
Capita piuttosto raramente ma capita. I carrelli spariscono e vengono ritrovati un po’ ovunque.
Ti Press
Se il carrello della spesa diventa la spesa stessa
Capita piuttosto raramente ma capita. I carrelli spariscono e vengono ritrovati un po’ ovunque.
Nel confronto nazionale, il Ticino pare comunque essere fra i più disciplinati: «A essere interessate sono soprattutto le aree urbane», spiegano Migros, Denner e Manor.

LUGANO - I protagonisti a volte sono giovani (per qualche bravata), spesso sono anziani (per comodità). Le vittime invece sono i rivenditori e i centri commerciali. Parliamo dei carrelli e dei cestini della spesa che di tanto in tanto spariscono o vengono abbandonati lontano dai negozi. Un fenomeno diffuso oltre Gottardo, un po' meno da noi.

Molti vengono “presi in prestito” - Tutti i rivenditori contattati e che hanno preso posizione sul tema - Coop, Migros, Denner, Lidl, Aldi e Manor - ci hanno assicurato che si tratta di qualcosa marginale. «Da noi sono pochi. Alcuni probabilmente sono addirittura solo “presi in prestito” per trasportare la spesa a casa e riportati in filiale qualche tempo dopo, spesso all’acquisto successivo», spiega ad esempio Migros Ticino. Un parere condiviso da Manor, secondo cui sono soprattutto gli anziani ad agire in questo modo, specie se abitano nelle vicinanze e/o la spesa è voluminosa. Eppure, forse anche per il numero importante di carrelli presenti, l’impressione è che il problema venga sottostimato.

Ticino disciplinato - A essere interessate sono soprattutto le aree urbane, meno quelle maggiormente discoste e rurali, sostengono Migros, Denner e Manor. Per questo, pur non avendo a disposizione statistiche puntuali, in un confronto a livello nazionale il Ticino ne esce piuttosto bene: «Non abbiamo un quadro completo della situazione nelle altre nove cooperative regionali. Ma - assicura Migros - possiamo dire con un certo grado di certezza che in questo caso non sono i ticinesi a essere i più indisciplinati». Contrariamente alle grandi città svizzere, da noi si ricorre infatti maggiormente all’auto per fare le compere. E caricare un carrello in un baule, oltre che inutile, può essere anche piuttosto problematico.

200 franchi con una monetina - Pur trattandosi di appropriazioni indebite sporadiche - non si può parlare di furto in quanto l'oggetto in questione si trova già fra le mani di colui che commette l’infrazione -, queste azioni rappresentano un costo per le aziende. Che non è quantificabile, visto che eccetto Manor - in Ticino una ventina di carrelli mancanti all’anno - nessuno tiene una “contabilità” in merito. Ma che non è comunque indifferente. «Un carrello ha di principio un valore di un paio di centinaia di franchi», spiega Migros. «A dipendenza della capienza, fra i 150 e i 200 franchi», illustra Manor. Gli altri rivenditori non hanno invece voluto comunicare pubblicamente questo genere di costi.

I comuni chiamano, i collaboratori rispondono - Nonostante il valore comunque rilevante dei carrelli, le misure concrete per impedire queste sottrazioni sono pressoché nulle. Non ci si affida, ad esempio, a un allarme come fatto da Manor nel caso dei cestini di plastica che i clienti utilizzano per la piccola spesa (dal costo di circa sette franchi l’uno). «Avendo notato che sparivano, abbiamo fatto in modo di agevolare i controlli da parte del personale. Un sistema che funziona», precisa il distributore. «Se ci giungono segnalazioni riguardanti carrelli abbandonati, questi vengono riportarti in filiale dai nostri collaboratori», illustra Lidl. Un modo d’agire confermato anche da Migros: «Talvolta riceviamo una chiamata dai comuni. Quando succede provvediamo ad andarli a recuperare». 

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