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LUGANOSiamo tanti e sempre in movimento: i virus ci trovano irresistibili

13.04.20 - 10:57
 Spillover, è il discusso libro di David Quammen. Lo scrisse nel 2012 e rivelò che siamo stati noi a generare l'epidemia
Spillover di David Quammen
Siamo tanti e sempre in movimento: i virus ci trovano irresistibili
 Spillover, è il discusso libro di David Quammen. Lo scrisse nel 2012 e rivelò che siamo stati noi a generare l'epidemia

LUGANO - Le profezie esistono. Appuriamo questo leggendo il poderoso e quindi impegnativo, ma al contempo semplice, Spillover, un libro scritto quasi come un romanzo dal divulgatore scientifico e columnist David Quammen che nel 2012, a ridosso dalla SARS che aveva destato non poche preoccupazioni e causato diversi morti per essere però in tempo breve contenuta, aveva detto, testuali parole, che un nuovo episodio traumatico avrebbe scatenato «una pandemia letale di dimensioni catastrofiche». «Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale?» 

Quella strana moria di cavalli in Australia - È evidente che non siamo di fronte a un fenomeno di sciamanesimo e che nessuna entità soprannaturale abbia investito Quammen di poteri profetici. Il giornalista scientifico, con grande pazienza, lungo un viaggio di oltre 600 pagine che ha del romanzesco (il libro è pubblicato in Italia da Adelphi) fa capire al lettore come mai i virus zoonotici siano una delle più potenti minacce di questo secolo. Di avvisaglie, d'altra parte, ne avevamo avute. Prendiamo il primo capitolo, scritto come un giallo. Nel 1994 in Australia, in una località vicino Brisbane, Hendra, ci fu una strana e improvvisa moria di cavalli. Non si capiva perché questi equini, su cui, va detto, si investivano parecchi soldi per le corse, morissero uno dietro l'altro, causando, tra l'altro, anche la morte di uno stalliere, attaccato ai polmoni. Ci vollero parecchie ricerche da parte degli studiosi per capire che la malattia aveva origine nella volpe volante, una sorta di enorme pipistrello molto presente in quella zona, e che quindi il caso rientrava nella "zoonosi", un salto di specie che alcuni virus particolarmente "agili" riescono a fare. Dal pipistrello, al cavallo e quindi all'uomo. Stessa sorte era già capitata, del resto, con uno dei drammi del secolo passato, l'AIDS, anch'essa indagata in un capitolo all'interno del libro, che arrivò l'uomo prese dagli scimpanzé. 

Siamo inermi - La cosa subdola delle zoonosi, spiega l'autore di Spillover, è che non scompaiono, si nascondono: quando crediamo di averle fatte fuori, ci sono ancora. Nascoste in qualche animale. E potrebbero saltare fuori da un momento all'altro. Difficilmente, per dire, la febbre gialla verrà eliminata dalla faccia della Terra, a meno che l'OMS riesca a uccidere tutte le zanzare o le scimmie potenzialmente contagiose nella fascia tropicale di Africa e Sudamerica. Di fronte a queste malattie, siamo più o meno inermi. È davvero una guerra a guardie e ladri, come aveva specificato il virologo Pregliasco in un'intervista rilasciata su queste colonne. 

Ma perché questo delle epidemie da virus è un discorso attuale? Perché proprio ora? Tutto ha a che fare con il modo in cui noi esseri umani ci relazioniamo con l'ambiente. Sempre di più ci infiliamo in zone che sono abitate da animali selvatici che a loro volta ospitano batteri e virus verso i quali il nostro sistema immunitario si trova scoperto. Per esempio le fattorie di cavalli a nord di Brisbane, abitate da pipistrelli molto grandi. Pensiamo anche al fenomeno della deforestazione: togliendo il tappo costituito dagli alberi alle foreste, i virus iniziano a girare, diventano dei globe trotter e arrivano fin sotto casa. Ne stiamo avendo prova in questi giorni. 

Un manicomio zoologico - Il libro, in maniera profetica, ricostruisce benissimo le coordinate che hanno posto le basi a questa diffusione, mettendo anche a tacere qualche ricostruzione complottista che ama vedere lo zampino dell'uomo dietro ogni sciagura, dimenticando quello che insegna la storia quanto a spietatezza della natura: le abitudini alimentari dei cinesi del sud. Una moda legata all'ostentazione, quella di mangiare animali selvatici, che ristoranti piuttosto eccentrici servono rifornendosi nei cosiddetti "wet markets", enormi spazi dove diverse specie di animali vivono a stretto contatto fra loro, in spazi angusti, con celle messe una sopra l'altra dove spesso gli escrementi dell'ospite di sopra finiscono di sotto. Un luogo perfetto per far proliferare batteri e virus - o, come l'ha definito lo scrittore stesso, «un manicomio zoologico». 

Quindi, a conti fatti, questo virus nasce per malattie di altro tipo: sovrappopolazione, sovraffollamento, deforestazione, l'accaparrarsi avido e miope delle risorse. E ancora l'allevamento intensivo, il contrabbando di piante e carne, i continui spostamenti da una parte all'altra del globo. In conclusione: «Siamo tentazioni irresistibili per i microbi più intraprendenti, perché i nostri corpi sono tanti e sono ovunque». Quando, e speriamo il prima possibile, la tragedia sarà terminata, occorrerà rifletterci seriamente. 

 

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