Con un articolato documento e due atti parlamentari, gli ecologisti esprimono inoltre la loro opposizione a «qualsiasi allentamento dei limiti come pure all’assegnazione di nuove frequenze»
BELLINZONA - I Verdi si dicono preoccupati «per la fretta» di installare antenne per la rete 5G. E la loro preoccupazione è stata tramutata in un articolato documento e in due atti parlamentari in cui gli ecologisti insistono per un «maggiore principio di precauzione a beneficio della popolazione» ed esprimono la «loro opposizione a qualsiasi allentamento dei limiti come pure all’assegnazione di nuove frequenze».
I due atti, che - come viene precisato in una nota - sono stati firmati da tutti i granconsiglieri Verdi e da alcuni deputati di altri partiti (vedi box), e viene precisato in una nota - hanno lo stesso contenuto ma due iter diversi: l'iniziativa cantonale diventerà una mozione federale con tanto di messaggio del Consiglio Federale, voto agli Stati e al Nazionale. La Risoluzione Generale, invece, va direttamente al Consiglio Federale che dovrà decidere se darle seguito o cestinarla. «Fare due atti - precisano i Verdi - significa quindi aumentare la pressione sul Consiglio Federale per attuare effettivamente la moratoria». Moratoria cantonale che, come ricordato, è già stata decisa in diversi altri cantoni.
Questi atti parlamentari si basano su un articolato documento di posizione sulla questione del 5G che i Verdi del Ticino hanno adottato lo scorso luglio. In esso gli ecologisti si dicono«assolutamente contrari» a un aumento dei limiti di radiazione e si impegnano per un «rafforzamento del principio di precauzione». Inoltre i Verdi si adopereranno affinché in Svizzera «il maggior numero possibile dei sgnali venga trasmesso via cavo».
I Verdi precisano che non intendono opporsi «di principio» alle nuove tecnologie, ma chiedono di «diminuire l’esposizione alle onde elettromagnetiche e di sviluppare le alternative più sicure» domandando inoltre a Cantoni e Confederazione di adottare «una campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento elettromagnetico e sussidino una campagna di misurazione dell’elettrosmog».
I firmatari: Samantha Bourgoin, Claudia Crivelli Barella, Cristina Gardenghi, Marco Noi, Nicola Schoenenberger, e Andrea Stephani (Verdi), Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio (PPD), Matteo Quadranti (PLR) e Simona Buri (PS).