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CANTONERetata annunciata, la talpa resterà senza nome

04.09.19 - 06:28
«Discutere le decisioni della Procura non rientra nelle nostre competenze». Così il Governo, che non impugnerà il “non luogo” per violazione del segreto d’ufficio. La soffiata resta senza autore
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Retata annunciata, la talpa resterà senza nome
«Discutere le decisioni della Procura non rientra nelle nostre competenze». Così il Governo, che non impugnerà il “non luogo” per violazione del segreto d’ufficio. La soffiata resta senza autore

BELLINZONA - «Discutere le decisioni del Ministero Pubblico non rientra nelle competenze del Consiglio di Stato». Qualcuno, verosimilmente dentro la polizia, imboccò l’informatore di Luigi Girardi che gli agenti avrebbero fatto un blitz nel Lumino’s, il locale a luci rosse che dirigeva. Ma, come ci informa la Cancelleria dello Stato, non sarà il Governo a ribaltare la decisione del Ministero Pubblico che, dopo tre anni d’attesa, ha deciso che la denuncia contro ignoti per violazione del segreto d’ufficio va in soffitta con un “non luogo”.

Una decisione che lascia incredulo l’ex direttore del postribolo, condannato nel 2016 a 21 mesi per tentata violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, nonché impedimenti di atti delle autorità. Un reato, quest’ultimo, che Girardi ha sempre messo in relazione alla soffiata secondo cui nel suo locale la polizia cantonale avrebbe effettuato un blitz per verificare se le prostitute erano in regola. In effetti il 29 luglio 2013 si presentarono al Lumino’s una quarantina d’agenti, trovarono tutto in ordine, ma  l’atteggiamento “sicuro di sé e deciso” mostrato da Girardi gli si sarebbe ritorto poi contro.

Questa almeno la tesi del denunciante, che dal 2016 combatte tramite il suo legale per sapere chi e per quali motivi ha intenzionalmente violato il segreto d’ufficio. Facendosi anche forte del fatto che tale reato perseguibile d’ufficio era stato accertato nella sentenza della Corte di appello e revisione penale che condannò l’ex direttore del postribolo nel gennaio 2016. A quasi tre anni dalla denuncia, lo scorso 19 giugno, la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha informato l’avvocato di Girardi che il procedimento si è concluso «con una decisione di non luogo per insufficienza di prove e insussistenza degli estremi di reato».

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