Le Ffs smentiscono un’impressione diffusa. L’acqua potabile gratuita esiste, resiste e talvolta scorre semplicemente un po’ nascosta
LUGANO - Sarà perché sono l’emblema di un servizio che non si paga, ma le fontane restano una specie a rischio. E talvolta sorge il dubbio che siano davvero sparite. In realtà, sovente, sono semplicemente poco visibili. Ma ci sono, come spiega il portavoce delle Ffs Patrick Walser che ha tracciato per Tio/20Minuti una sintetica mappa delle fonti di acqua potabile nelle stazioni ferroviarie ticinesi. Con un’importante sottolineatura: «Le Ffs non hanno chiuso le fontane per far fare soldi ai chioschi. Anzi le hanno fatte riaprire quasi tutte in Ticino».
A Lugano, nei pressi del binario 1, è tornata la fontanella reclamata anche da un’interrogazione al Municipio, un paio di anni fa, al termine del rinnovo della stazione. Idem l’acqua scorre nella capitale Bellinzona dove ci sono due fontanelle. Entrambe sul binario uno. Una in fondo alla stazione verso la città. La seconda, più discosta, in zona passerella che porta a Daro. Una terza fontana era presente appena fuori dalla stazione ma è stata tolta (insieme agli alberi) con i recenti lavori. A Locarno, dove è in corso la ristrutturazione dello stabile, «per il momento non è previsto di riaprire la fontana. Ma non si esclude nulla a priori» dice il portavoce. Il restyling delle stazioni sta per toccare anche Mendrisio. «Con l’inizio dei lavori la fontana verrà messa fuori uso, anche in questo caso verrà fatta una valutazione. A Chiasso non è previsto nulla, ma anche qui nei prossimi anni verranno fatti dei lavori. Vedremo con il Comune se e come inserire una fontana».
Questo per le fermate principali, in tutte le altre stazioni ticinesi «le fontane presenti sono tutte aperte, ad eccezione di Giubiasco, per motivi tecnici, ma le Ffs stanno allestendo un progetto per riaprirla o piazzarla altrove». Rare, ma esistono anche i lieti eventi: a Melide, ad esempio, verrà realizzata una nuova fontana nel P&R.