Il dato nel nostro cantone è stabile da diversi anni. Il responsabile: «Le richieste provengono da persone anziane che soffrono di tumore o di patologie con dolori cronici»
BELLINZONA - 1'204 in Svizzera. 19 in Ticino. Stiamo parlando delle persone che lo scorso anno si sono fatte accompagnare alla morte da Exit.
Nel nostro cantone, a differenza che nel resto del Paese (vedi articolo allegato), i suicidi assistiti sono rimasti stabili. «Da diverso tempo stagnano sulla ventina di casi. Nel 2018 sono stati 19. Mentre il picco l’abbiamo registrato nel 2015 con 21», precisa Ernesto Streit, il responsabile della sezione ticinese dell’organizzazione di assistenza al suicidio.
Per quanto riguarda invece le motivazioni, quelle ticinesi non si discostano molto da quelle svizzere. «Le richieste provengono soprattutto da persone che soffrono di tumore allo stadio terminale o di patologie che provocano dolori cronici».
Per quanto riguarda il genere delle persone che hanno richiesto l’aiuto di Exit - pur non potendo fornire dati specifici - Streit sottolinea che i casi ticinesi sono «in linea» con quelli elvetici. «Generalmente le donne che richiedono il nostro aiuto sono in leggera maggioranza. Questo è dovuto al fatto che hanno una speranza di vita più lunga e che ci sono più affiliate».
La stessa cosa vale anche per l’età media (in Svizzera si attesta 78,2). «Anche qui in Ticino sono gli anziani a rivolgersi a noi. Da quando lavoro per l’ufficio ticinese di Exit non mi risultano persone sotto i cinquant’anni che hanno richiesto il nostro aiuto».