Volevano visitare la Casa del tè, ma sono stati respinti a muso duro dalla sicurezza. La direzione: «Era vietato l’accesso in auto, ma a piedi potevano entrare». Il terzetto però contesta i modi
ASCONA - Un luogo «immerso nella quiete e nel verde di un parco di oltre sette ettari…», così promette il sito di una delle perle ticinesi che ancora oggi si è soliti associare ai concetti di pace, riflessione, accoglienza e apertura…
Ma il Monte Verità può riservare anche un’altra faccia, più sgradevole e aggressiva, come racconta Pietro Gianola, un pensionato del Luganese che lo scorso 20 settembre, in compagnia della moglie e di un amico, si è recato in quel magico posto per prendere un caffè e visitare la Casa del tè, passeggiando nel verde. Per poi magari, seguendo il suggerimento che si legge online, rilassarsi nel padiglione accanto al giardino Zen con vista lago.
Peccato che, più che un’accoglienza Zen, quel giorno i visitatori si siano trovati di fronte alcune guardie private dai modi più che fermi: «Quasi da Gestapo - racconta Gianola -. Stavo entrando con l’auto e sono sbucati all’improvviso. Con un’aggressività impressionante ci dicevano “Raus von hier!”. Il tedesco lo conosco bene ed erano germanici. Ho gentilmente detto loro che volevamo solo bere qualcosa, ma la risposta era sempre quella: Fuori di qui!».
Gianola racconta di aver saputo che quel giorno al Monte Verità si teneva un raduno di auto d’epoca. Per la precisione si trattava di un evento promosso dall'Adac, Allgemeine Deutsche Automobil-Club, l'Automobil club germanico con sede a Monaco di Baviera.
«Ma sono già andato lì altre volte e mai quando c’erano congressi mi è stato proibito di entrare per bere qualcosa». Divieti particolari non sono peraltro precisati sulla pagina web, dove si legge che la Casa del tè è aperta ogni giorno dalle 10 alle 18 da marzo a ottobre.
Gianola ricorda di aver chiesto agli agenti privati quale fosse il problema: «Con toni bruschi e militareschi ripetevano solo, in tedesco, “non siamo obbligati a darle una risposta! Raus!”. Ancora oggi mi chiedo perché non si poteva entrare?».
Già, perché? Lo abbiamo chiesto alla stessa Fondazione Monte Verità: «Quel giorno l’accesso era vietato a tutte le macchine. Anche a quelle dei nostri clienti. Ma a piedi, lasciando l’auto fuori, era naturalmente possibile entrare» rispondono. Un’informazione che, forse, le teutoniche sentinelle hanno ritenuto superfluo comunicare. «Il servizio d'ordine era organizzato dalla stessa Adac» precisano ancora dalla Fondazione. E a domanda se manifestazioni automobilistiche del genere siano poco in linea con la tradizione del filosofico-culturale del Monte, la risposta è che «l'evento ci è arrivato per il tramite di Ticino Turismo. E ha toccato varie località del cantone».