Con la sua nuova anima "shopping" il Quartiere mette una pietra tombale sul triangolo del divertimento che fu. Ora si apprezza il silenzio
LUGANO - Il Maghetti mette una croce sul divertimento notturno. Son scelte, ma l’apertura di nuove attività commerciali, presentata ieri dai proprietari del Quartiere, sembra anche un modo per voltare definitivamente pagina su quello un tempo che era il triangolo della movida cittadina. «Fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce» ha commentato Alberto Montorfani, segretario della Fondazione Maghetti, la cui vicinanza alla Chiesa cattolica non è un mistero.
Se la ricrescita allude all’impronta diurna di “shopping center” che di sera lascia spazio a chi abita in tranquilli appartamenti, la quercia che si schianta al suolo pare rimandare all’ultimo dei Mohicani, il ristorante-bar Etnic, che a fine giugno ha alzato bandiera bianca. Oggi resiste il Just Cafè, che però è ormai Piazza Indipendenza. «La città ha spostato i suoi baricentri» commenta David Camponovo, creatore della ventennale rivista Ticino by Nigth & Day (e il “Day” è un’aggiunta recente che spiega pure i cambiamenti). «Il Maghetti - prosegue il promoter dello svago - faceva parte di quelle zone dove tantissimi giovani la sera trovavano la risposta alla domanda: cosa faccio? Non posso che ricordare con entusiasmo l’Etnic che fu. Ma lì vicino c’era anche il Movie ed era un locale straordinario. Entrambi luoghi di ritrovo che facevano triangolo con la discoteca che allora si chiamava Prince».
Al posto del triangolo del divertimento che fu oggi regna il silenzio che i proprietari del Maghetti sperano di rompere, ma non troppo, col turismo degli acquisti. Al posto della musica e dei capannelli di ragazzi vocianti si auspica il viavai di chi cerca un tavolino per consumare una brioche, dopo aver comprato qualcosa o essersi rifatto il trucco in un negozio di estetica.
Ma sarebbe un errore pensare che i giovani si sono semplicemente spostati altrove dal Maghetti che fu (anche perché il Quartiere non si è spento oggi, ma era da tempo in agonia). «L'intrattenimento a Lugano c’è - sostiene Camponovo -. Ma è meno di massa e si è disgregato in tantissime proposte. Ad esempio, d’estate, il Mojito, oppure locali che per un periodo sono di moda e poi si passano il testimone, forse grazie ad esercenti che hanno preso la palla al balzo aprendo fino alle 2. Tra i tanti Glass Cafè o Trinity Irish Pub. Giusto per dare dei nomi. O l'innovativo Fermento. In centro il fenomeno apero-discoteca è comunque tendenzialmente diminuito».
E così alla fine i migliori interpreti della Nuova Lugano restano forse quelli del Maghetti: «Questa zona gode di una qualità importante: il silenzio» ha detto Giuliano Tallarini.