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CANTONEDopo la perdita si rifugia sulle montagne: «Così ho ritrovato me stesso»

29.08.18 - 08:49
Per superare la morte della nonna e del padre un 27enne inizia un viaggio durato 25 giorni tra le vette svizzere. «Un’avventura fatta di incontri, emozioni e cieli stellati»
Dopo la perdita si rifugia sulle montagne: «Così ho ritrovato me stesso»
Per superare la morte della nonna e del padre un 27enne inizia un viaggio durato 25 giorni tra le vette svizzere. «Un’avventura fatta di incontri, emozioni e cieli stellati»

LUGANO - È per superare un doppio lutto, quello per la perdita della nonna e del padre, che il 27enne di Mendrisio Edgars Romanovskis ha deciso di affrontare un viaggio attraverso le montagne svizzere. Partito lo scorso 29 luglio, il giovane ha camminato per 25 giorni con in spalla uno zaino, una tenda leggera, un sacco a pelo e pochi viveri. Lo ha fatto senza allenamento, senza una meta precisa e con soli 400 franchi in tasca».

Di questo viaggio Edgars ha intimamente bisogno. Ma la prima settimana è dura: «Non mi ero allenato e non mi ero organizzato bene con il cibo. Ho dimezzato il budget che mi ero predisposto per tutto il viaggio». A complicare le cose anche il divieto di accendere fuochi all’aperto. «Decido di rallentare fino a che non trovo il mio ritmo».

«Vado dove mi porta il paesaggio» - Edgars cammina, apparentemente senza una meta precisa. «Vado dove mi porta il paesaggio. Inseguo le montagne delle quali mi sono innamorato». Da Olivone si spinge verso i Grigioni attraverso il Passo della Greina e da lì avanti per i sentieri che l’avrebbero portato a Coira in una settimana. «Qui mi hanno raggiunto alcuni amici per portarmi dei viveri. Poi sono ripartito e sono salito per raggiungere il Canton San Gallo attraverso il Calanda.

Durante questo tragitto in Edgars comincia a sbloccarsi qualcosa. «Sono stato travolto da un senso strano di tristezza, ma anche di felicità. Ho iniziato a pensare alla mia famiglia e a percepire in un modo più intenso la natura».

Il sentiero “bianco e blu” - Nel salire sul Calanda Edgars si trova non più su un sentiero “bianco e rosso”, ma su uno “bianco e blu” (da un sentiero di montagna passa a un sentiero alpino). «Mi rendo subito conto della difficoltà maggiore, ma proprio in quel momento incontro un ragazzo. Dopo due chiacchiere gli chiedo se possiamo proseguire insieme». E così è. «Per 5 ore e mezza sono vicino al precipizio. Un’emozione intensa. Procedo con la testa, prudentemente». Quando il giovane arriva a valle solleva lo sguardo al cielo e si accorge di aver compiuto una piccola impresa. «Dentro di me stava cambiando qualcosa. Mi sono sentito motivato, felice per quella mia prima conquista. Era ora di brindare!».

Edgars si chiude in un ristorante. Arriva sera e inizia a piovere, e lui deve trovare un posto dove passare la notte. «Torno sotto la montagna e mi stabilisco in un punto più o meno riparato. La mattina dopo vengo svegliato da un cane saltato sulla tenda. Ne approfitto per uscire e chiedere informazioni al proprietario dell’animale». L’incontro è nuovamente fortuito. Il ragazzo viene invitato a casa per fare colazione. «A un certo punto l’uomo tira fuori una cartina più dettagliata e mi aiuta a raggiungere la prossima meta: il Pizol».

L’imprevisto - Il viaggio non è costellato solo da incontri amichevoli: «Nel raggiungere la vetta del Pizol una notte mi sono buttato in un campo per riposare. Il mattino dopo mi ha svegliato un contadino. Era infuriato. Continuava a scattarmi foto e mi era impossibile comunicare con lui. Io non parlo tedesco e lui non era in grado di capire l’inglese. Tiro su le mie cose e me la do a gambe».

Quella mattina trova un accampamento. Una sorta di festa privata. Si offre di dare una mano in cambio di un buon pasto. «Mi hanno accolto nel loro team ed ho partecipato alla festa. Lì ho notato che ero circondato da gente che, come me, aveva cercato di trovare la pace interiore attraverso diverse esperienze. È stato un momento intenso, di condivisione di racconti». Edgars nota una tenda bianca incastrata nella montagna.

L’incontro - Alla festa incontra proprio il proprietario della tenda. «Un tipo strano. Gli chiedo se posso seguirlo per vedere come vive». Edgars raggiunge la tenda bianca e si rende conto che sono passate due settimane. Con il contadino si ferma per un po’. Ho visto come lavora, ho scoperto la sinergia tra l’uomo, i cani e gli animali al pascolo. Per Edgars è il momento di rimettere assieme quanto vissuto fino a quel momento. Si prende un paio di giorni per riposarsi e riflettere.

Il ritrovamento della pace - Quando il 27enne raggiunge la vetta del Pizol si rende conto che qualcosa in lui si è sbloccato. «Ero solo, ma non mi sentivo solo. Davanti agli occhi avevo gli amici incontrati sul mio percorso. La strada fatta. Non sentivo più la fatica e le mie gambe ormai andavano svelte. Potevo permettermi anche di correre senza stancarmi». Edgars visita i noti laghi del Pizol, quindi si accorge che i soldi scarseggiano. È quasi giunto il momento di tornare. Passa dal Canton Glarona, si ferma ad Elm per rifocillarsi. Si sposta nel Canton Uri, ad Altdorf. «Qui mi raggiunge un amico. Passiamo tutta la notte a parlare poi mi accompagna al Gottardo. Da lì procedo da solo verso casa. Il viaggio era finito.

Edgars si sente cambiato. L'avventura per lui è stata una sorta di rito di passaggio: «I cieli stellati dal sacco a pelo, la natura incontaminata, il cuore e i consigli della gente. La stanchezza e la libertà. Sono tutte cose che porterò con me». Ora ha nuovi obiettivi nel cassetto: «Ho scattato tante foto, fatto dei video. Voglio scrivere un libro e, chissà, magari un giorno pensare a una nuova avventura».

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COMMENTI
 

ToMaTe_81 5 anni fa su tio
Quella pace che trovi in cima ad una montagna è una sensazione indescrivibile. Complimenti non è facile per nulla partire così ci vuole molta forza di coraggio. ;-)

siska 5 anni fa su tio
Per Jan Gianola@ concordo hai dato un buon messaggio:)

VISIO 5 anni fa su tio
La natura è il pascolo dell‘anima, coraggio e auguri

mats70 5 anni fa su tio
Complimenti! Non è da tutti. Molto più comodo mettersi in cura da un psicologo dove ci resterai per tutta la vita senza risolvere niente

castigamatti 5 anni fa su tio
complimenti per il bel percorso fatto e per il coraggio di averlo intrapreso.

Findus 5 anni fa su tio
Bravissimo. Ora che l’hai scoperta, non lasciarla più, la Montagna.

rexlex 5 anni fa su tio
Ci vuole coraggio e sensibilità. Bravo!

Mao75 5 anni fa su tio
Into the wild CH edition. Chapeau per le intenzioni e felice che tu abbia ritrovato il tuo equilibrio.... Ma come qualcuno ha già scritto, senza preparazione é stato un azzardo. Alla montagna bisogna innanzitutto portare rispetto, lei poi ti da tuttoil resto :) In bocca al lupo!

dan007 5 anni fa su tio
Bella esperienza finalmente una storia che non è basata sui soldi ma sulla ricchezza interiore che si esprime al Contatto della semplice meravigliosa natura del nostro paese

sedelin 5 anni fa su tio
la montagna con il suo silenzio, la sua bellezza, la sua aria, le sue incantevoli atmosfere é capace di ridare gioia, fiducia e serenità anche in un sol giorno. tanti auguri al giovane e congratulazioni per...non essere andato dal medico a cercare antidepressivi :-)

skorpio 5 anni fa su tio
sono d'accordo sulla sua decisione presa e gli auguro ogni bene dopo questi lutti. Anche a me piace la montagna e so come ci si sente lassù. ma partire per un simile viaggio senza allenamento ed equipaggiamento lo trovo molto pericoloso e anche un po' da incoscienti.

centauro 5 anni fa su tio
Risposta a skorpio
Sicuramente non ha fatto arrampicate in verticale ma ha seguito i sentieri, anche senza allenamento ma con il passo misurato uno qualsiasi ce la può fare coi dovuti tempi e prudenze.

KilBill65 5 anni fa su tio
Ha fatto la cosa piu' giusta, nel suo viaggio nella natura alla ricerca di serenita' e meditazione, alla ricerca all' interno di se stesso!!...Edgars auguri nel tuo cammino futuro, pieno di sentimenti positivi....
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