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CANTONE«Con la scuola che verrà gli allievi non sono cavie»

28.08.18 - 11:29
Il 23 settembre i ticinesi saranno chiamati a esprimersi sul credito per la sperimentazione di tre anni. Bertoli chiede «un sì popolare»
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«Con la scuola che verrà gli allievi non sono cavie»
Il 23 settembre i ticinesi saranno chiamati a esprimersi sul credito per la sperimentazione di tre anni. Bertoli chiede «un sì popolare»

BELLINZONA - L’obiettivo de “La scuola che verrà” è «dare ai docenti la possibilità di seguire gli allievi come persone, anziché solo come classe». È in questo modo che il direttore del Decs Manuele Bertoli ha ricordato questa mattina in conferenza stampa lo scopo del progetto. Il prossimo 23 settembre i ticinesi saranno infatti chiamati a esprimersi sul decreto legislativo che propone lo stanziamento di un credito per finanziare la sperimentazione.

«La posizione del Consiglio di Stato è di unanime sostegno al messaggio da noi rilasciato - ha precisato brevemente il presidente Claudio Zali -. Ci si rimette con serenità al giudizio popolare, nonostante il rammarico di avere comportato il ritardo di almeno un anno nella sperimentazione».

Allievi come cavie? - Il voto del 23 settembre è sulla sperimentazione, non sulla riforma. I ragazzi «non sono oggetti da osservare, ma saranno anzi particolarmente seguiti» ha precisato Bertoli. Verranno provate delle forme organizzative della scuola, mentre non cambierà il programma scolastico. «La sperimentazione serve non per avere cavie, ma per approfondire quello che è stato studiato e magari correggerlo per ottenere un risultato migliore».

Il singolo al centro - Dove si vuole arrivare con “La scuola che verrà”? «Vogliamo rendere la scuola dell’obbligo migliore» risponde il direttore del Decs. «Oggi al centro dell’impegno del docente c’è la classe. L’obiettivo è che diventi l’allievo singolo». I ragazzi, con il nuovo metodo, dovrebbe poter «seguire un percorso più alla loro portata, senza regalare loro nulla, ma facendo in modo che la scuola sia più accompagnante possibile». L’idea è che «tutti gli allievi sono differenti e vanno gestiti per la loro differenza, ma all’interno del contesto comune».

Le principali novità - Nella scuola dell’infanzia e alle elementari è prevista l’introduzione di un docente risorsa, che non avrà una classe sua ma lavorerà in co-docenza con gli altri. Una nuova figura per attività fisica e attività musicali consentirà inoltre al docente di scuola dell’infanzia di “avere un po’ di respiro”.

Per la scuola media è previsto l’ampliamento della forma didattica del laboratorio (dalle 4 ore attuali diventerebbero 24 ore in 8 materie). A questo si aggiungono gli atelier dove il docente è affiancato da quello di sostegno pedagogico, all’interno della classe. Aumenteranno anche le giornate progetto e le materie opzionali. L’obiettivo è avvicinare il docente all’allievo e superare il metodo dei livelli A e B, che «oggi viene visto come un’etichettatura e un rating anche dalle scuole superiori».

La qualità dell’insegnamento - A chi teme che la qualità dell’insegnamento diminuirà, Bertoli risponde: «Già il passaggio dal Ginnasio al sistema attuale venne additato come una riforma sbagliata perché “avrebbe abbassato il livello”. Ma così non è stato e anche questo cambiamento non produrrà niente di tutto questo. Anzi, vogliamo gestire l’eterogeneità degli allievi».

«Abbiamo bisogno di un “sì” popolare - ha concluso il direttore del Decs -, perché senza questa prova di tre anni non potremo capire l’efficacia e l’impatto effettivo delle proposte avanzate nel progetto di riforma».

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COMMENTI
 

moma 5 anni fa su tio
Di sicuro, i livelli tolti dalla scuola oggi, gli allievi se li troveranno poi ben peggiori domani nella vita. Meglio un selezione, anche se dura, prima che situazioni disastrate dopo, causate da illusioni e buonismi vari. Oggi la vita è dura e selettiva e se ne frega di scuole o non scuole che verranno. Lasciamo gli attuali livelli, meglio, molto meglio.

sedelin 5 anni fa su tio
il fatto di togliere, finalmente!, i livelli é un bel passo avanti. considerare gli allievi come persone e non come contenitori di nozioni é un altro grande passo. un bel SÌ !

ToMaTe_81 5 anni fa su tio
Migliorare si può e si deve sempre specialmente nella formazione dei giovani. Oltre a cercare di migliorare mi pare che si stiano creando posizioni di lavoro nuove ad hoc per altri stipendiati per 12 mesi l'anno ma che ne lavorano solo 8 di mesi. O si parla di figure non così privilegiate come i docenti che nelle vacanze scolastiche non vengono retribuiti?

Bacaude 5 anni fa su tio
L'impressione è che questa riforma serva solo a giustificare ruoli e consulenze alto dirigenziali. Qualche mal pensante potrebbe dire che serve a risparmiare sulla pelle di quelle scuole speciali che accolgono con personale specializzato gli studenti con bisogni particolari e delicati. (che verranno chiuse) La riforma non ha recepito le richieste dei docenti. Rischia di caricare quest'ultimi con oneri extra senza peraltro alcun riconoscimento (nemmeno formale) Lascia credere alle famiglie che ogni atteggiamento sbagliato da parte dei loro figli può venir monitorato e corretto a scuola dai docenti. Danneggia pesantemente quegli studenti che invece sono bravi e diligenti e vorrebbero un programma che punta in alto, mentre sappiamo che il livello dell'asticella didattica per gli studenti è drammaticamente sceso negli anni (e non certo per colpa dei docenti) Insomma un maquillage che complica le cose senza portare nulla in termini di qualità e preparazione. p.s. Una piccola riflessione: I rampolli di alcune famiglie che plausibilmente forniranno i dirigenti,medici, manager, architetti ecc. del futuro frequentano scuole di stile ottocentesco, con norme severe e carichi di studio pesanti e difficili. Caro Bertoli, la scuola DEVE avere difficoltà crescenti. Includere significa fare in modo che lo studente esprima il meglio di sè fino al massimo grado che può raggiungere. Non far credere a tutti gli studenti che possono diventare ingegneri. Potrebbero esserci dei delusi.

wuarzix 5 anni fa su tio
con questa mania di voler far credere a ogni bambino che é speciale e che tutti devono essere accompagnati e ascoltati e non si puo piu punire nessuno stiamo facendo crescere una generazione di mezze seghe. bisognerebbe al contrario dare piu autoritâ ai docenti e soprattutto bisognerebbe che certi genitori prendano piu responsabilità nell allevamento dei propri figli.

nordico 5 anni fa su tio
Risposta a wuarzix
Ti do ragione. Se i ragazzi non vanno bene a scuole sarebbe bello poter punire i genitori, o almeno vederci più chiaro sul come i genitori seguono i figli. Questo, però, costerebbe ancora di più. In molti casi la famiglia è la vera colpevole del comportamento dei figli, sia a scuola che fuori.

sedelin 5 anni fa su tio
Risposta a wuarzix
hai fatto un po' di confusione: ritenendo che ogni bambino é speciale (è vero) non si esclude la giusta punizione. i genitori, semmai, si prendano più responsabilità nell'educazione (mica sono cani da ALLEVARE!)

Mac67 5 anni fa su tio
In una società che si muove verso la competizione sempre più spinta... il modello idealistico, si scontrerà. Potrebbe essere bello sulla carta... ma bloccherà molti dalla prosecuzione degli studi. Non faccio nomi ma sappiamo per esperienza che alcuni modelli, belli pedagogicamente hanno bloccato alievi dal proseguimento liceo/università, sono scettico

skorpio 5 anni fa su tio
On Bertoli: 1. da genitore le posso assicurare, che il sistema attuale invece, il livello lo ha abbassato. i miei figli vanno benissimo a scuola, ma quello che apprendono è inferiore a quello dei miei tempi, in particolare per certe materie: matematica, italiano, geografia. Il francese ormai non si studia quasi più , e lo trovo un vero peccato. 2. se la scuola che verrà fosse veramente una buona soluzione, come mai quasi tutti i docenti ai quali chiedo sono contrari? 3. da come viene spiegato qui, più che un nuovo sistema di insegnamento, mi sembra diventerà un centro di psicologia/psichiatria... : aiuto al docente, sostegno pedagogico... (??) 4. .."consentirà inoltre al docente di scuola dell’infanzia di “avere un po’ di respiro"..... Sono d'accordo che fare la maestra d'asilo ( io preferisco chiamarlo ancora così..) non sia facile, ma spendere i nostri soldi per altri docenti che vanno in loro aiuto, mi sembra eccessivo, io non sono d'accordo.

dinci 5 anni fa su tio
MI spiace onorevole, ma "la scuola che verrà" non mi convince: glielo dice un ex docente.
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