Il padre del progetto, Mario Botta, si esprime sul destino dell'edificio: «Siano i cittadini e le loro esigenze a decidere»
CAMPIONE D’ITALIA - Il destino del Casinò di Campione? «Siano i cittadini a decidere cosa farne». È quanto affermato dal “padre” di quell’edificio, Mario Botta, che al Corriere di Como ha dichiarato come sia stato «un errore» quello di non prevedere «una maggiore flessibilità» della struttura.
«È anomalo che un edificio simile abbia una sola funzione», prosegue Botta ricordando però come siano stati gli stessi campionesi a chiedere che la casa da gioco fosse realizzata in quel modo, ossia «enorme e con forte impronta di identità».
Un eventuale riconversione in spazio abitabile o di lavoro è un discorso complicato. «Difficile farne un albergo o un centro commerciale», ha ammesso l’architetto ticinese. L'edificio sorge infatti in una zona in cui non passano grandi flussi di traffico e che non possiede altri poli d'attrazione.
Certo «esempi di metamorfosi non mancano» ha ricordato in conclusione Botta, sottolineando però come tali cambiamenti non possono essere decisi a tavolino ma solo studiati in base a quelle che sono le attuali esigenze vitali di Campione. «La funzione primaria è la casa da gioco, il casinò è nato per questo. Ora credo spetti alla cittadinanza interrogarsi sul suo destino e se le esigenze saranno ridimensionate decidere che cosa fare di quella immensa volumetria».