Il sindaco Salmoiraghi presenta le mosse per un paese in dissesto e... in subbuglio. Si parla di un importante ridimensionamento del personale
CAMPIONE D'ITALIA - «Presenteremo un piano al Ministero con una proposta di risanamento». Di fronte a un paese letteralmente per strada, e centinaia di cittadini assembrati davanti al Municipio, oggi pomeriggio il sindaco Roberto Salmoiraghi ha spiegato le prossime mosse per salvare il Comune in dissesto. Con il fallimento della casa da gioco, è un uno-due che ha mandato al tappeto 500 famiglie.
La legge impone a Campione, «che non ha più una lira in cassa», di tagliare sui dipendenti in ragione di un posto ogni 150 abitanti. Ed è su questo punto che chiede di negoziare il sindaco. Oggi il Comune ha 102 dipendenti, significherebbe crollare a una ventina. «Inimmaginabile per tutti i servizi attuali. Chiediamo alla politica soluzioni eque e tagli giusti», ha detto Salmoiraghi. «Da sei mesi i dipendenti comunali non percepiscono lo stipendio. La situazione è disperata e c’è grande solidarietà verso di loro». Campione, ha aggiunto, non sarà più come prima, ma non può essere lasciato morire. «La chiusura della casa da gioco è un disastro dalle conseguenze ancora oggi inimmaginabili. Il Casinò deve poter riaprire al più presto perché ogni giorno di chiusura vanno persi 200-300mila franchi».
Salmoiraghi: «Nessun passo indietro» - Dopo il fallimento del Casinò sono saltati anche gli incontri fissati a Roma col Ministero. Da qui la richiesta di riallacciare il dialogo attraverso la proposta “campionese” di risanamento light. Non parla di licenziamenti Salmoiraghi ma di messa in mobilità. «Non si può immaginare che un intero paese venga cancellato dalla carta geografica». E sulle colpe dell’attuale situazione? «Noi siamo insediati da un anno. Abbiamo solamente pagato per tamponare i debiti che abbiamo trovato. Io fare un passo indietro? Semmai è il momento di farne uno in avanti».
Campionesi inferociti - Oltre alla mossa politica del piano, la municipalità ha incaricato i suoi legali di seguire anche la strada del reclamo alla corte d’appello per riaprire il discorso dopo che il commissario non ha firmato l’accordo. Il presente dell’enclave è fatto anche di debiti con la realtà circostante. Il sindaco ha ringraziato il Ticino per la solidarietà e la pazienza. Pazienza che però sembrano aver esaurito i campionesi. Nei bar i commenti virano all’inferocito e la gente si chiede chi verrà messo in mobilità: «Non ha avuto coraggio di scendere in strada a parlarci» dice una donna. L’impressione che "rien ne va plus" è forte.