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LUGANOHelvetia Christiana: «Quadri vuole fare l'inquisitore»

28.05.18 - 22:15
L'associazione punta il dito contro il municipale leghista accusato di aver tacciato l'associazione d'essere una setta
Helvetia Christiana: «Quadri vuole fare l'inquisitore»
L'associazione punta il dito contro il municipale leghista accusato di aver tacciato l'associazione d'essere una setta

LUGANO - La definizione di "setta" da parte del municipale Lorenzo Quadri non è andata giù a Helvetia Christiana. L'associazione rompe così il silenzio, dopo il commento del leghista sulla richiesta (negata) dell'associazione di organizzare una pubblica preghiera in Piazza Riforma per contestare il gay pride.

«Il municipale - sottolinea Helvetia Christiana in un comunicato inviato in serata - non si è limitato a spalleggiare i suoi colleghi. Egli si è anche lasciato andare a pesanti, quanto infondate, critiche nei nostri confronti. Non possiamo sfuggire all’impressione che l’on. Quadri stia parlando di cose che semplicemente non conosce, a cominciare dall’accusa di “setta”, la peggiore che si possa fare a un’Associazione che si pregia d’essere cattolicamente ispirata e i cui membri sono tutti cattolici praticanti».

Sul termine "incriminato" Helvetia Christiana spende qualche parola chiarificatrice: «Si può diventare setta sia per eresia che per scisma. La definizione è, quindi, essenzialmente religiosa, campo totalmente fuori dalla portata di un consigliere municipale. A meno che egli non voglia comportarsi come un inquisitore, passando a legiferare anche sulle credenze religiose dei cittadini».

Quindi incalza la dose. «Più della propria ignoranza del Diritto Canonico - prosegue il lungo comunicato -, l’on. Quadri sfoggia, incompetenza della storia». Ad essere criticato, in sostanza, è il riferimento del municipale a un documento reperito su wikipedia quale testimonianza dell'estremismo religioso del movimento "Tradizione, Famiglia e Proprietà", ispiratore di Helvetia Christiana. Un documento che, secondo l'associazione, sarebbe stato già a suo tempo confutato.

Da qui la domanda: «Perché il municipale di Lugano non si è preso la fatica di controllare se tali accuse fossero già state confutate? Era, infatti, un suo preciso dovere legale e anche morale».

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