Giro di vite in arrivo per i titolari di appartamenti hot, con la nuova legge sulla prostituzione. Il parlamentare Giorgio Galusero: «Inoltre, proteggeremo le vittime della tratta»
BELLINZONA – Una zona grigia? Un ambiente in cui le autorità si autoincensano, ma poi, alla fine, i furbi riescono sempre a fare ciò che vogliono? Così appare il mondo degli appartamenti a luci rosse in Ticino, dopo il recente dossier e una serie di articoli di cronaca pubblicati da Ticinonline/20 Minuti. Emblematico il caso della palazzina dell’ex Bosco di Cadenazzo. Retate di polizia, sigilli. Clamore. E dopo poche settimane si riparte da zero: gli appartamenti incriminati si riempiono, di nuovo, di avvenenti signorine. Con i soliti burattinai ad agire (e a lucrare) dietro le quinte. «Ma la “festa” sta per finire – annuncia il parlamentare Giorgio Galusero, che da anni si dedica alla questione – a gennaio 2019 entrerà finalmente in vigore la nuova legge cantonale sull’esercizio della prostituzione».
Se ne parla da tempo. La sensazione è che, al momento, ci sia ancora parecchio disordine.
«Ora metteremo paletti ben precisi. Alcune situazioni sono effettivamente al confine della legalità. La Magistratura e il gruppo Teseu lavorano bene. Il problema è che questi casi spesso riservano aspetti difficilmente riscontrabili nell’immediato».
Quali novità la fanno ben sperare?
«La polizia potrà eseguire controlli senza il mandato del procuratore pubblico. Verrà, inoltre, rafforzata l’autonomia dei Comuni. Se il Piano regolatore non prevede l’esercizio della prostituzione in un determinato stabile, l’attività dovrà cessare subito. Senza tergiversare».
La situazione nel palazzo dell’ex Bosco di Cadenazzo è tragicomica. Ma non si tratta di un caso isolato.
«Da adesso in poi se in uno stabile c’è più di un appartamento destinato alla prostituzione, l’edificio sarà trattato legislativamente come se fosse un postribolo. Bisognerà avere quindi i necessari permessi da parte del Cantone. E non sarà così facile ottenerli. Il responsabile degli spazi dovrà avere il controllo della situazione, dovrà dare garanzie alle autorità, anche dal profilo della sicurezza. La stessa cosa vale per il singolo appartamento in cui esercitano più ragazze».
E se, invece, una lucciola decidesse di prendersi un appartamento per conto suo, in uno stabile dove non ci sono altri spazi a luci rosse?
«In quel caso, Piano regolatore permettendo, basterà la notifica in polizia».
Tempi duri in vista, dunque, per gli affittacamere?
«Sono sempre i soliti tre-quattro che circolano da anni. Se rispetteranno la legge, non avranno problemi. Però lo dovranno fare».
Da una nostra inchiesta è emerso che un affittacamere chiede in media circa seicento franchi alla settimana per un piccolo appartamento. È una cifra accettabile?
«Siamo al limite dell’usura. Purtroppo, anche da questo punto di vista, certe ipotesi sono difficilmente provabili».
La nuova legge fa riferimento anche alla tratta di esseri umani.
«Ed è un aspetto a cui tengo parecchio. La prostituta che denuncia situazioni di questo genere deve essere protetta dallo Stato. I magnaccia esistono, anche in Ticino. Alcuni sono già stati individuati e condannati. Dobbiamo lottare contro questo sistema».
Con le nuove norme, le lucciole non pagheranno più le tasse in modo classico. Ma verseranno allo Stato 25 franchi al giorno. Come valuta questa soluzione?
«Finora il discorso delle imposte veniva aggirato dalle lucciole. Solo il 5% di loro pagava le imposte. Le altre sparivano dopo poche settimane. Per poi magari rientrare in Svizzera tempo dopo. Ora almeno si è trovato un compromesso».
Nell’ambiente della prostituzione circola la voce che in alcune località, più periferiche, non ci siano controlli di polizia. Perché accade questo?
«Non si può arrivare dappertutto. È un dato di fatto. Anche a me sono state fatte segnalazioni in tal senso. In particolare legate ad alcune attività a luci rosse in Leventina. Bisogna calcolare che magari la Teseu non interviene subito perché sta seguendo una determinata vicenda da un’ottica che va ben oltre il singolo caso isolato. Personalmente ho molta fiducia nel lavoro delle autorità».