I rinvenimenti di carcasse sono cresciuti vertiginosamente nel Sopraceneri. E anche gli abbattimenti sono aumentati. Perché?
BELLINZONA - È stato un mese di macabri ritrovamenti per i guardiacaccia di Ticino e Moesano. L'inverno lungo ha lasciato sul terreno una triste messe: una quarantina di cervi morti o morenti sono stati rinvenuti nei boschi della Valle di Blenio, altrettanti in bassa Mesolcina. «Abbiamo assistito a un aumento considerevole dei casi rispetto agli ultimi inverni» spiega Federico Tettamanti dell'Ufficio caccia e pesca.
Casi quintuplicati - Il picco si è registrato in Leventina, dove «i casi di deperimento naturale sono quintuplicati, passando in un anno da una ventina a un centinaio». Morti naturali, per gli stenti invernali. Ma in due casi i guardiacaccia ticinesi hanno provveduto a sopprimere gli animali per «agevolare il corso della natura». Nel Grigioni italiano invece, gli abbattimenti sarebbero stati una decina.
Il caso del cervo di Mesocco - Non mancano le polemiche, naturalmente. Sul web sta facendo discutere il caso di un cervo trovato settimana scorsa da un allevatore e consigliere comunale di Mesocco, Devis a Marca. L'ungulato, un maschio di grosse dimensioni e una decina d'anni, è stato soccorso e accudito per cinque giorni dall'ex municipale in un bosco. «L'ho nutrito con fieno e acqua, aveva iniziato a dare segni di miglioramento» ha raccontato ieri a tio.ch/20minuti il soccorritore, che ha documentato con video e foto le condizioni dell'animale. «L'ho visto per l'ultima volta domenica mattina, e si reggeva sulle zampe».
La conferma - La sera stessa i guardiacaccia sono intervenuti sul posto – un luogo riparato nei poschi di Gei, frazione di Mesocco – e hanno soppresso l'animale. Il cervo «è stato trovato dai nostri agenti» conferma il capo-guardiacaccia grigionese Nicola De Tann, ma precisa che «le sue condizioni erano tali che non avrebbe potuto sopravvivere. Il giorno stesso abbiamo dovuto abbattere un altro esemplare per lo stesso motivo».
Sanzioni in arrivo - La legge parla chiaro: le norme federali in vigore da quest'anno vietano ai cittadini di accudire e nutrire animali selvatici. Il soccorritore ora potrebbe ricevere una sanzione di alcune centinaia di franchi. Un caso simile, a gennaio, aveva fatto scalpore a Cimadera, nel Luganese: una cerva in fin di vita, accudita per quattro mesi da alcuni residenti, era deceduta dopo avere ingerito delle foglie ornamentali.