Il Tribunale amministrativo federale ha deciso che la presa di posizione dell'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo è corretta
SAN GALLO - La decisione dell'Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo (UFU) di ridurre e poi abolire gli aiuti finanziari ai consultori in Ticino, nei Grigioni e a Turgovia rispetta il principio di uguaglianza e non viola il divieto d'arbitrio. Lo ha stabilito oggi il Tribunale amministrativo federale (TAF) respingendo diversi ricorsi in materia.
Nel 2016 l’UFU aveva comunicato a quattro consultori - il Consultorio Giuridico Donna & Lavoro della Federazione delle associazioni femminili ticinesi (FAFTPlus), il Consultorio Sportello Donna dell'Associazione Dialogare, la Beratung Arbeit und Beruf (BAB) della Federazione delle associazioni femminili grigionesi e la Infostelle Frau + Arbeit della Federazione delle associazioni femminili turgoviesi - che gli aiuti finanziari concessi sulla base della legge federale sulla parità dei sessi (LPar) sarebbero stati progressivamente ridotti e poi eliminati dal 2019. Secondo i quattro consultori questa decisione violerebbe il principio dell'applicazione paritaria e priva di arbitri del diritto.
Questa riduzione della sovvenzioni, fa notare il TAF, è stata applicata su ordine del Consiglio federale. Le modalità di riduzione degli aiuti finanziari e la decisione di trasferire gli importi in questione ad altri programmi promozionali rispettano il principio di uguaglianza e il divieto d'arbitrio. All'Ufficio dell'uguaglianza, in quanto autorità inferiore, "non si può rimproverare di aver ecceduto o abusato nel proprio potere di apprezzamento", precisano ancora i giudici.
Il TAF sottolinea che la sentenza è definitiva e non può essere oggetto di un ricorso al Tribunale federale.