Il sedicente imprenditore, noto per le bufale che ha propinato alle redazioni di mezzo mondo, sarebbe deciso a tornare in Svizzera: «I miei avvocati hanno i controca...»
LUGANO - Alessandro Proto non ci sta a essere bandito dalla Svizzera. Di questi giorni, infatti, è la notizia di un divieto d’entrata spiccato nei suoi confronti dalla Segreteria di Stato per la migrazione (SEM), a causa delle condanne subite in Italia. Il personaggio, conosciuto per le notizie false che cerca di far circolare così da dare visibilità alle proprie attività (l’ultima riguardava una presunta vacanza di Harvey Weinstein in Ticino), ha annunciato di voler fare ricorso contro la decisione e ha scelto il suo profilo Linkedin per reagire alla notizia.
«Non so se avete capito. - scrive Proto sul social - La Svizzera, nazione nella quale ho vissuto per 15 anni, dove ho la famiglia e dove non ho commesso alcun reato, mi ha vietato di entrare». E continua: «Sapete perché? Perché sono una persona che potrebbe destabilizzare la tranquillità del territorio». Pare proprio non averla presa bene: «Praticamente sono stato espulso dalla Svizzera come un terrorista. Anzi forse i terroristi li lasciano dentro».
«Vi è chiara la motivazione?», continua. «I miei avvocati, che hanno i controca..., sono già al lavoro per fare ricorso a questa decisione. Quanto scommettete che chiederò un risarcimento danni e pagheranno? Io sono Alessandro Proto e lotterò sempre per i miei ideali». Ideali che, immaginiamo, siano riassunti nel suo libro “Io sono l’impostore”, in cui racconta gli anni di fake news che ha rifilato al mondo. Libro a cui, immaginiamo ancora, voglia dare visibilità sfruttando anche la decisione della SEM.