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Il Ticino, tuttavia, è oggi più monitorato grazie all'aumento dei controlli sui cantieri
LUGANO - Nella magnifica cornice di Mezzana, sabato 20 maggio, il “falegname l’uomo che fa” ha tenuto l’annuale assemblea. Condotti dall’uscente Francesco Lurati, i falegnami ticinesi hanno tra l’altro nominato il nuovo presidente, Renato Scerpella. Un’ottantina i presenti ai lavori di un’associazione che ha sottolineato i problemi dovuti alla concorrenza estera.
In tal senso sono stati gli interventi della direttrice della Commissione di vigilanza LIA Cristina Bordoli e del comandante guardie di confine IV Mauro Antonini.
Sono ben 790 le ditte di falegnameria che si sono annunciate per un’iscrizione all’albo LIA, delle quali 300 provenienti dall’Italia e 480 dalla Svizzera. Numeri, questi, ben superiori ai circa 300 indirizzi finora conosciuti nell'ambito dei controlli per il rispetto dei contratti collettivi.
Il comandante delle guardie di Confine Mauro Antonini e l’aiutante Mirko Branda hanno invece sensibilizzato i presenti sull’organizzazione del corpo e sulle procedure per scoprire mandati di appalto non dichiarati svolti sul nostro territorio da ditte estere.
Infatti, se per le merci, il passaggio in dogana permette adeguati controlli ed il recupero dell’IVA, i lavori di montaggio (mandato di appalto) su territorio svizzero svolte da ditte estere sfuggono sovente agli obblighi di dichiarazione IVA.
Il Ticino, con la propria rete di controlli sui cantieri (LIA, AIC, Ispettori del lavoro, Polizia e guardie di confine) è ora ben monitorato e la collaborazione funziona sempre meglio; gli abusi scoperti sono in crescita, grazie anche ad una maggiore responsabilità a tutti i livelli. Ora che anche le realtà di Oltralpe si interessano a questi fenomeni, il Comandante Antonini spera -come i falegnami- in un ulteriore rafforzamento dei dispositivi di controllo.
