Centinaia di famiglie in polemica dopo i tagli agli assegni integrativi e della prima infanzia: l’opinione di Pietro Martinelli, ex ministro della sanità
LUGANO – «E adesso chi li mantiene i miei figli?» Sui blog è una delle frasi più ricorrenti scatenate dai recenti articoli in merito al giro di vite sugli assegni integrativi e per la prima infanzia. Dapprima la storia di Domenico Ferraro, giovane padre di Bodio. Con le sue bimbe, si dichiara vittima del voto del 12 febbraio, che ha sancito la modifica della Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali. Poi le spiegazioni di Anna Trisconi Rossetti, capo dell’Ufficio prestazioni all’Istituto delle assicurazioni sociali. In mezzo tante polemiche. Giustificate? Lo abbiamo chiesto a Pietro Martinelli, ex consigliere di Stato ed ex ministro della sanità, che ha visto nascere il concetto degli assegni integrativi e per la prima infanzia.
Martinelli, molte famiglie ticinesi protestano perché non hanno più diritto agli assegni. Cosa ne pensa?
«Mi ricordo molto bene i concetti chiave che, negli anni Novanta, ci hanno spinti a introdurre simili misure. Volevamo sostenere le famiglie che fossero intenzionate ad avere figli, in una regione in cui di figli se ne facevano pochi. A beneficiare di questi assegni dovevano essere solo le persone a rischio di povertà».
A centinaia di famiglie oggi questo diritto è stato tolto...
«L’assegno integrativo è stato lanciato per evitare che la nascita di un figlio diventasse causa di povertà per una famiglia. Quello per la prima infanzia doveva invece aiutare le mamme in difficoltà economiche a stare assieme al figlio nei suoi primi anni di vita. Ritengo che questi criteri debbano restare prioritari. Se una famiglia ce la fa da sola, non ha bisogno di aiuti del genere».
Ritiene che ci siano stati abusi da parte di alcuni in tutto questo tempo?
«Si può cercare di approfittare di ogni legge. È abbastanza umano che la gente remi l’acqua al proprio mulino. Lo Stato, però, deve evitare che questo avvenga».
C’è chi accusa lo Stato di ingiustizia…
«Beneficiare di questi assegni non è un diritto automatico per chiunque. Stiamo parlando di una politica sociale mirata. Ci sono calcoli ben precisi per calcolare la soglia di povertà di una famiglia. Non si può inventare nulla. E non è che se uno ha una famiglia, allora può pensare di avere diritto agli assegni automaticamente. Ci sono altri modi per le famiglie di ottenere aiuti, ad esempio con gli sgravi fiscali. Ma, lo ribadisco, gli assegni integrativi e per la prima infanzia, sono destinati a chi rischia la povertà».