Il fenomeno esiste anche in Ticino: un paziente su cinque potrebbe rivolgersi al medico di famiglia
BELLINZONA - Un arrossamento causato dalla puntura di un insetto. Qualche tacca di febbre. Oppure un ginocchio sbucciato. Sono sempre di più le persone che scelgono di rivolgersi a un reparto di pronto soccorso, piuttosto di aspettare la possibilità di farsi visitare da un medico di famiglia. Un fenomeno che, come scriveva di recente la SonntagsZeitung, sta interessando le strutture ospedaliere d’oltre San Gottardo. Ma il Ticino non fa eccezione: per un paziente su cinque il pronto soccorso non sarebbe necessario.
Nessuna minaccia vitale - «Le urgenze vere si riscontrano nel 30% dei casi» ci dice il dottor Mattia Lepori dell’Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC). Dai dati registrati nel triage (il sistema adottato per classificare l’urgenza dei singoli casi) si evince anche «che all’incirca il 55% dei pazienti che arriva in pronto soccorso non presenta una minaccia vitale, anche se poi a seguito della visita avviene il ricovero».
Verso le 140’000 consultazioni - Negli ultimi anni nei reparti di pronto soccorso dell’EOC si sta comunque assistendo a una relativa stabilizzazione del numero di pazienti trattati. «La crescita c’è stata soprattutto tra il 2000 e il 2010, quando siamo passati da 100’000 a 130’000 consultazioni annuali». E ora? «Nel 2015 ne abbiamo registrate circa 135’000, mentre quest’anno si va verso le 140’000».
«La società del tutto subito» - Come si spiegano i molti pazienti che si rivolgono al pronto soccorso per delle bagattelle? «Si tratta di una questione complessa» sottolinea Lepori. «È vero che per tante persone il medico di famiglia non è più un punto di riferimento, c’è anche chi non riesce nemmeno a trovarne uno». Ma si parla anche di abitudini: «Tra chi non ha un medico di famiglia, molti sono stranieri: provengono da culture in cui questa figura non esiste». E poi è anche una questione di orari, anche se piano piano alcuni studi medici cominciano a proporre aperture serali o il sabato. «Ci troviamo in una società del tutto subito, questo vale pure per la salute».
I consultori per medicina d’urgenza - Una visita al pronto soccorso incide anche sui costi della salute. «Per un consulto ambulatoriale, a seconda della patologia la spesa media si aggira tra i 120 e i 180 franchi» sottolinea il medico. Per contenere i costi e per sgravare i reparti di pronto soccorso, nel 2014 in Ticino è stata completata la rete di consultori per medicina d’urgenza. Si tratta di strutture alle quali si appoggiano gli ospedali per quei pazienti che non necessitano di un consulto d’emergenza. «Chi presenta patologie minori non entra nella filiera normale del pronto soccorso, ma viene indirizzato a questi consultori». In settimana il servizio è garantito dal personale ospedaliero, mentre nei weekend e nei giorni festivi se ne occupano i medici di famiglia. «Un quarto dei pazienti che giunge in uno dei nostri reparti di pronto soccorso, viene poi preso a carico da queste strutture» conclude Lepori.