Cerca e trova immobili

LUGANOProsecco e pizzette: così avviciniamo le persone ai diritti umani

18.01.16 - 06:00
Amnesty gioca la carta dell’aperitivo per lanciare una serie di incontri. Al via domani Amnesty “Apéro - a tu per tu con i diritti umani”. Primo ospite: Yavuz Binbay
Tipress
Prosecco e pizzette: così avviciniamo le persone ai diritti umani
Amnesty gioca la carta dell’aperitivo per lanciare una serie di incontri. Al via domani Amnesty “Apéro - a tu per tu con i diritti umani”. Primo ospite: Yavuz Binbay

LUGANO - Accostare pizzette e prosecco alle tematiche toccate da Amnesty International può risultare un abbinamento stridente, eppure è proprio sull’atmosfera leggera e conviviale di un aperitivo che l’organizzazione punta per raccontare alla gente quello che succede nel mondo.

“Vogliamo avvicinare le persone ai diritti umani senza spaventarle, per questo abbiamo scelto qualcosa di diverso dalla classica conferenza con relatore in cui poi, al momento delle domande, cala il silenzio”, spiega la portavoce di Amensty International Svizzera Italiana Sarah Rusconi. “L’idea è quella di un incontro dove tutti si sentano a proprio agio. Alla testimonianza dell’ospite seguirà un momento conviviale durante il quale, chi lo vorrà, potrà avvicinarsi e chiacchierare con il relatore, porre le sue domande”.

Questo, in sostanza, è Amnesty Apéro, un’esperienza già testata con successo in Svizzera tedesca e che ora muove i suoi primi passi in Ticino .

Quali le aspettative?

“So che alcuni appuntamenti avranno una presa maggiore di altri, quello del 19 aprile con Carla Del Ponte, per esempio, avrà un seguito diverso dal primo appuntamento con Yavuz Binbay. Sarò contenta se ci saranno persone sempre. Se qualcuno torna è il massimo e avremo vinto quando ci chiederà “Cosa posso fare?”. Sono consapevole che il Ticino è piccolo e che il momento è delicato ma abbiamo l’obbligo morale di provarci”.

Yavuz Binbay può dire grazie a Amnesty International. Le persone da aiutare nel mondo sono però tantissime, come scegliere chi sostenere?

“Il sistema è molto complesso e il processo lungo. Ci sono diversi team sparsi nel mondo, suddivisi per aree tematiche, che ricevono informazioni su quanto succede. Si sostengono persone pacifiche che non hanno mai fatto uso di violenza. Gli esperti valutano caso per caso, persona per persona. Amnesty è molto attenta, prima di uscire verifica e controverifica tutto molte volte. Il criterio fondamentale è che i diritti della persona sono chiaramente violati”.

Come nel caso di Yavuz Binbay molto, scopriamo, dipende anche dall’urgenza. “C’è una rete alle quale sono iscritte centinaia di migliaia di persone nel mondo che si attiva quando c’è qualcuno, anche un’intera comunità, in pericolo immediato. Una valanga di lettere, mail, fax e tweet partono e intasano la posta del governo in questione perché non faccia quello che sta per fare. Grazie a questa modalità siamo riusciti pian piano a portare Yavuz in Svizzera.

Yavuz Binbay – “La tortura mi ha insegnato che la vita è bella e che ho il dovere di proteggerla”. A dirlo è il primo ospite della serie di incontri organizzati da Amnesty International Svizzera italiana, Yavuz Binbay. L’attivista per i diritti umani di origine curda è stato torturato per la prima volta a 12 anni. Tra i fondatori, nel 1986, dell’Associazione dei diritti dell’Uomo in Turchia (IHD) è arrivato in Svizzera come rifugiato politico nel 1994, dopo essere sfuggito a vari tentativi di assassinio. Racconterà la sua storia domani allo Spazio 1929 a partire dalle 19.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE