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CANTONECanetta lo ammette: "Alla RSI siamo in tanti, dobbiamo valutare ogni posizione"

28.09.15 - 07:02
L'annunciato taglio di 5,5 milioni di franchi semina dubbi e malumori tra i dipendenti. E ora aumenta la pressione anche sui programmi. Il direttore: "Dobbiamo ottimizzare le risorse che abbiamo"
Foto Ti-Press Sara Solcà
Canetta lo ammette: "Alla RSI siamo in tanti, dobbiamo valutare ogni posizione"
L'annunciato taglio di 5,5 milioni di franchi semina dubbi e malumori tra i dipendenti. E ora aumenta la pressione anche sui programmi. Il direttore: "Dobbiamo ottimizzare le risorse che abbiamo"

COMANO - Si moltiplicano dubbi e malumori alla RSI dopo l'annunciato taglio di 5,5 milioni di franchi, deciso in seguito alla questione dell'IVA e alla diversa ripartizione del canone radiotelevisivo. Ora la pressione aumenta anche sui programmi. Il numero di persone che lavoreranno alla produzione di alcune trasmissioni potrebbe essere ridotto. E nell'azienda di Comano c'è addirittura chi teme che la propria posizione possa essere soppressa. "Abbiamo 1200 dipendenti - dice il direttore Maurizio Canetta - ed è chiaro che in questo momento io senta il peso del ruolo, la stessa sensazione che ho vissuto il giorno della nomina. I timori? Sono comprensibili, il cambiamento provoca incertezza".

Certo. Però bisogna capire quanto le paure siano reali. È vero che state cercando di tagliare sui programmi?

La parola chiave è ottimizzazione. Dobbiamo rivedere anche i modi di produzione dei contenuti. Sappiamo che perderemo quasi 6 milioni di franchi. Dunque l'unico modo per migliorare la nostra offerta è fare di più con le risorse che abbiamo, o meglio con quei 224 milioni che ci rimangono. Può essere che una trasmissione che oggi viene preparata da quattro persone in futuro sarà curata solo da tre collaboratori. Il quarto potrà di conseguenza occuparsi di un altro programma.

Alcuni suoi dipendenti iniziano a mugugnare.

Più che a mugugnare, direi ad avere timori. Lo capisco. Io ho la grande responsabilità di trasformare questi timori in volontà di continuare a costruire il futuro dell’azienda. È davvero una grande responsabilità.

Alla RSI siete in 1.200. Troppi?

Siamo in tanti. E ora dobbiamo valutare ogni posizione, capire quali sono i ruoli davvero necessari e quali meno. C’è però un livello di qualità obbligatorio per rispettare il mandato di servizio pubblico e lo status di azienda mediatica nazionale sotto il quale non si può andare. Con 50 colleghe e colleghi possiamo mettere in piedi una tivù, una radio e un sito web, certo. Ma di che tipo?

Nei vari organigrammi si notano posizioni a prima vista superflue. Ci saranno ruoli che saranno eliminati?

Non lo so, il concetto di superfluo è un po’ vago. Va considerato che all'interno dell'azienda una determinata persona magari svolge più incarichi. La situazione finanziaria ci impone di intervenire e valutare i margini di manovra.

Come vive un direttore questo periodo delicato?

Devo sapere vivere e gestire la solitudine del mio ruolo. E se ho dei timori, li tengo per me. Una situazione del genere, tuttavia, non deve rappresentare una paralisi per l’azienda.

Entro la fine del 2016 l'emergenza dovrebbe essere superata. Conferma?

Sì. Però poi ce ne saranno altre, di diversa natura. È una tempesta continua. Il fatto che la SSR abbia meno soldi non è l'unico problema. È in atto una grande rivoluzione mediatica. La radio e la tivù come le conosciamo ora un giorno non ci saranno più. E allora è giusto considerare una sfida alla volta, cercando di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.

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