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LOCARNOSi fa operare per tumore, ma si risveglia con un occhio chiuso

22.05.12 - 15:21
Il calvario di una 51enne ticinese: "C'è stato un errore medico e sono stata abbandonata, chiedo un po' di giustizia"
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
Si fa operare per tumore, ma si risveglia con un occhio chiuso
Il calvario di una 51enne ticinese: "C'è stato un errore medico e sono stata abbandonata, chiedo un po' di giustizia"

LOCARNO – La operano per un tumore alla testa, ma quando si risveglia dall’intervento ha l’occhio destro completamente chiuso. È successo ad A.S., una donna 51enne di Locarno. La data chiave è quella del 7 dicembre del 2007, doveva essere il giorno della rinascita, invece si è trasformato nell’inizio di un nuovo incubo. In sala operatoria, al Civico di Lugano, qualcosa va storto e la donna non riuscirà più ad aprire la palpebra destra. Oggi, a distanza di oltre quattro anni, il suo calvario non si è ancora concluso. E il caso è finito pure sul tavolo della Commissione della vigilanza sanitaria, che sarà chiamata a pronunciarsi sulla vicenda. “Perché ora vorrei un po’ di giustizia – dice la donna –. C’è stato un errore medico e nessuno lo ha ammesso. In più sono stata abbandonata, chi ha sbagliato non mi ha più seguita. Mi è stato detto che si poteva vivere anche con un occhio solo…”

Una seconda vita -  A.S. però non ha mollato. E, grazie alla sua insistenza e a quella dei suoi famigliari, a cavallo tra il 2009 e il 2010 è riuscita a farsi operare l’occhio chiuso. “Oggi posso aprire la palpebra, ma non riesco comunque ancora a muovere l’occhio. Di conseguenza globalmente vedo doppio e per vedere bene lo devo comunque tenere chiuso. Nonostante ciò sono pure riuscita a tornare a lavorare per qualche ora al giorno, è comunque già un bel passo avanti. Ma per arrivarci ho dovuto chiedere aiuto altrove, perché chi mi aveva ridotta così non si è assunto le proprie responsabilità. Per due anni ho vissuto con l’occhio destro completamente chiuso e questa gente diceva che non si poteva fare niente. Io invece oggi ringrazio quei medici che mi hanno dato la possibilità di crederci e la Lega contro il cancro che, comunque, mi è sempre stata vicina”.

Drammatica scoperta - È l’autunno del 2007 quando A.S. in seguito a una sinusite scopre di avere un tumore benigno nella zona del cavo di Meckel, nella parte destra della testa. “Sembra che il tumore fosse già lì da qualche anno e che crescesse molto lentamente. Anche per questo, visto che non stavo neanche così male, volevo aspettare a operarmi”. I medici però insistono per accelerare i tempi. E così si fissa l’operazione per il 7 dicembre. “Mi dissero che sarebbe stata un’operazione delicata, che non si sarebbe potuta levare tutta la parte tumorale e che comunque sarebbe poi servita anche la radioterapia”.

Sala operatoria - A.S. entra in sala operatoria con il cuore pieno di speranza. La donna si ritroverà con il tumore benigno momentaneamente sconfitto, ma con un occhio ormai inutilizzabile. “È stato tutto durissimo da digerire, soprattutto dal punto di vista psicologico. Il chirurgo che mi ha operato se ne è lavato le mani, puntualizzando di non avere fatto errori. E allora come fa una persona a risvegliarsi, dopo un’operazione, con un occhio chiuso? Qualcuno me lo spieghi…”

Lotta per la verità - A.S. e i suoi famigliari si imputano. La vicenda verrà sottoposta all’Ordine dei medici che rimanderà il caso alla Commissione di vigilanza sanitaria. “Che mi ha risposto di recente, dicendomi che ci vorrà forse un anno per fare gli accertamenti necessari. La mia paura è che il caso venga archiviato senza approfondimenti, sarebbe una beffa atroce. Ho sofferto tanto e con me ha sofferto la mia famiglia, lo ripeto, chiedo solo un po’ di giustizia”.   

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