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BELLINZONA - Arriva da Pelin Kandemir Bordoli, Francesco Cavalli e Gianrico Corti l'interrogazione che chiede lumi sulla presunta disparità salariale negli organismi convenzionati.
"Da un articolo apparso il 23 febbraio 2012 sul giornale “24 heures” - spiegano - abbiamo appreso la notizia riguardante una preoccupante situazione di disparità salariale in cui sarebbe coinvolto anche il nostro Cantone".
Viene preso come esempio il caso di Beatrice (nome inventato), un’ingegnera che lavora da marzo 2009 per un’organizzazione creata e finanziata parzialmente dal settore pubblico (tra cui il Canton Ticino). Alla fine del 2010 constata che il suo salario è inferiore, in media, di 1'500.- fr. a quello dei suoi colleghi uomini che svolgono lo stesso lavoro, con le stesse competenze, esperienza e livello di responsabilità. Beatrice ha discusso nei mesi scorsi con i propri superiori al fine di trovare una soluzione interna, ma senza successo.
Nel maggio 2011 Beatrice ha deposto una richiesta di conciliazione al Tribunale “Prud’hommes” di Losanna. La conciliazione è fallita nel mese di settembre 2011. In seguito a ciò, e dopo avere consultato un ufficio per la parità che l’ha incoraggiata a proseguire, ha deciso nel mese di novembre 2011 di presentare un’istanza per disparità salariale secondo la legge sulla parità.
Il risultato è il seguente: Beatrice viene licenziata alla fine del mese di gennaio 2012. Viene avviata una nuova causa.
Al Consiglio di Stato vengono uqindi poste le seguenti domande:
• Di quali mezzi dispone il Cantone per assicurare che gli organismi convenzionati rispettino la legge sulla parità?
• Quali controlli vengono effettuati e di che tipo su questi organismi?
• Quale è il parere del Consiglio di Stato in merito alla situazione sopraccitata?
• Alla luce di quanto successo, il Consiglio di Stato intende modificare il quadro legale o regolamentare diversamente la sorveglianza e il controllo sugli organismi convenzionati per evitare che si riproducano situazioni simili?
