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LUGANORiqualificazione Foce, referendum e lobbismo

26.12.10 - 11:56
Un gruppo spontaneo interpartitico raccoglierà le firme. E spunta di nuovo il conflitto di interessi
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Riqualificazione Foce, referendum e lobbismo
Un gruppo spontaneo interpartitico raccoglierà le firme. E spunta di nuovo il conflitto di interessi

LUGANO - A comunicarlo è stato Giordano Macchi, portavoce del costituendo gruppo e consigliere comunale del Plr a Lugano. Dopo la votazione favorevole al progetto di riqualificazione della Foce del Cassarate di lunedi scorso (33 voti favorevoli su 60) quello che era stato preannucato diventa realtà. Un gruppo spontaneo interpartitico ha deciso infatti  di intraprendere la via del referendum popolare contro la decisione del legislativo della Città di Lugano che ha approvato il progetto dal costo di 6 milioni di franchi e la soppressione dell'argine esistente.

"Una decisione - spiega Macchi - nei cui confronti il Plr si è opposto duramente, ma anche altri consiglieri sono stati critici, per cui insieme  abbiamo condiviso la via referendaria e di certo ce ne saranno altri che aderiranno.  Penso per esempio al capogruppo della Lega dei ticinesi, l'architetto Armando Giani, che ha presentato un rapporto di opposizione, in quanto quella idea di cambiare la struttura paesaggistica della foce non gli va giù. Ci sarà gente di tutti i partiti".

Per validare la via referendaria sarà necessario raccogliere 3 mila fime in 45 giorni. "In realtà i giorni saranno di meno perchè i 45 giorni partono dall'atto di pubblicazione della decisione del legislativo che è avvenuta prima di Natale. Ma è una sfida logistica che ci sentiamo di fare. Siamo molto fiduciosi. Presenteremo per il 10 gennaio la modalità di raccolta e per quella data avremo pronti i moduli e le date per le tavoli di raccolta. In ogni caso, sarà l'occasione per contattare la gente di Lugano e spiegare le ragioni del No al progetto. Forse ci saranno molti cittadini che condividono il progetto, ma penso che tutti debbano sapere quello che sta accadendo, su una della zone chiave della città".

E poi spunta di nuovo il conflitto di interessi. Macchi durante la discussione in consiglio comunale aveva evidenziato il conflitto d’interessi di Michel Tricarico che lavora per lo studio d’ingegneria Tunesi (incaricato dal Cantone di «allestire uno studio generale di messa in sicurezza del Cassarate» come recita lo stesso messaggio). "Si Trimarco è dipendente della Tunesi, ma il muncipale Paolo Beltraminelli (direttore della Luigi Tunesi) ha la firma al registro di commercio. Quando ho visto che Beltraminelli durante la discussione non era al suo banco, ho chiesto ai colleghi e ho saputo che lo studio di ingegneria Luigi Tunesi era coinvolto. Non ci ho visto più e cosi ho fatto un intervento sul conflitto di interessi. Anche perchè diversi ingegneri, consiglieri comunali, sono intervenuti a favore dello studio. Penso a Cristina Gianini o a  Tiziano Amauri. Era tutto in odore di lobbismo."

Ma per Macchi non è questa la ragione dell'opposizione al progetto.  "L'opposizione da parte del Comitato referendario nasce dal fatto che si sta pensando ad una riqualificazione della foce con una spesa ingente, 6 milioni di franchi, quando la foce non ha bisogno di riqualificazione. Sappiamo che fra 10 anni sarebbero necessari solo minimi costi di manutenzione e null'altro. Per cui a noi sembra inutile e dispendioso attuare un'operazione simile, spendendo soldi che invece potrebbero essere utilizzati per servizi più utili e necessari ai cittadini di Lugano".

Tra le altre ragioni Macchi spiega anche i dubbi sulla sicurezza idrica. Il muro che costeggia il Cassarate ha già tutte le caratteristiche di sicurezza necessarie di protezione al parco Ciani,  mentre con il nuovo progetto, i costi di manutenzione sarebbero triplicati, con rischi di sicurezza. "Penso ai bambini che oggi sono al sicuro rispetto ai pericoli dell'acqua e che invece con un progetto simile sarebbero in pericolo, se non osservati costantemente dalla madre o dai parenti".
 

Foto Ti-Press

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