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LUGANOBaby Paradise, la difesa: "Chiedo l'assoluzione completa"

15.04.10 - 16:20
L'imputata: "Ringrazio il mio avvocato che ha già fatto tutto per me"
©Ti-Press / Gabriele Putzu
Baby Paradise, la difesa: "Chiedo l'assoluzione completa"
L'imputata: "Ringrazio il mio avvocato che ha già fatto tutto per me"

LUGANO - L'avvocato Massimiliano Schiavi prende la parola facendo due considerazioni: l'assenza della sussunzione (ossia il collegamento tra il fatto e il reato) ed il richiamo ad una condanna che vada oltre ogni ragionevole dubbio. "Tengo a ribadire la mia stima nei confronti di chi ha stilato l'atto d'accusa; una stima personale oltre che professionale per le difficoltà riscontrate nel corso dei cinque anni di lavoro nel preparare l'incarto" afferma l'avvocato dell'imputata che sottolinea però che tale stima non porta direttamente alla condivisione del lavoro svolto. In merito all'operato della pubblica accusa, l'avvocato Schiavi è stato chiaro. "Ritengo sia stato fatto un errore determinante, quello di concentrarsi sul punto fermo rappresentato della colpevolezza dell'accusata". Questo atteggiamento ha portato, stando all'opinione espressa in aula dal legale della difesa, a delle mancanze risultate negli atti presentati e definiti "incompleti e vaghi".

"Gli atti depositati non ci dicono nulla. È difficile, se non impossibile, fare la sussunzione. Avete confuso -afferma il legale in direzione dei colleghi della parte civile e della pp- quello che poteva essere sbagliato dal punto di vista scentifico e umano, da ciò che è penale. Non tutto quello che non viene condiviso dalla scienza è un reato penale, può essere semplicemente sbagliato. Qui cadete tutti".

"Io dico che la mia assistita, per i primi tre punti dell'atto d'accusa, non va condannata perché non si può andare oltre ogni ragionevole dubbio -prosegue l'Avv. Schiavi-. Sono sicuro che in ogni famiglia i genitori commettono errori ed hanno comportamenti scientificamente sbagliati. Cosa facciamo, li mettiamo dentro tutti tre mesi?".

"Fatico a determinare una difesa efficace davanti ad un atto d'accusa così vago. Non è stato steso in questo modo solo perché c'era la fretta di aprire uno studio privato, ma perché i fatti sono questi" afferma ancora il legale facendo un chiaro riferimento al passaggio dell'incarto dal precedente procuratore pubblico alla collega Torricelli. L'avvocato Schiavi ribadisce l'importanza di determinare la differenza tra errori e comportamenti penali, "ci sono solo parole, non ci sono fatti. Agli atti non c'è nulla che possa portare a più di qualche dubbio. Non ci sono prove che permettano d'andare oltre ogni dubbio".

L'arringa difensiva prosegue sottolineando le crepe e le debolezze dell'atto d'accusa e delle requisitorie odierne. "I fatti che riscontro agli atti sono che nessun genitore ha mai constatato nulla. Questo è un fatto, non un'interpretazione o un ragionamento contorto. Nessun bambino ha mai riscontrato nulla che abbia un nesso causale sicuro con la frequenza al Baby Paradise. Trovo che per condannare una persona, ancor più una mamma di oltre 60 anni, non ci si debba basare su illazioni o teorie scientifiche che vent'anni fa non esistevano e che magari tra vent'anni non esisteranno più".

"Come il procuratore, anche la mia assistita ha lavorato con passione, con amore. Ha fatto degli errori dovuti alla sua formazione datata".

In merito al prospettato reato di truffa l'Avv. Schiavi ha spiegato che questo non si è configurato perché i documenti presentati al fine di ottenere un sussidio federale rappresentavano una eventuale situazione futura. "Anche in questo caso chiedo l'assoluzione".

Prima di concludere l'Avv. Massimiliano Schiavi si è rivolto al Ministero pubblico sottolineando la possibilità, mancata, d'evitare alla propria assistita non tre mesi, ma cinque anni di carcere. L'arringa si è quindio conclusa con una frecciata rivolta al lavoro svolto dalla pubblica accusa alla quale ha suggerito di guardare oltre frontiera per trarre ispirazione sul modo di lavorare.

"Chiedo quindi l'assoluzione per i primi tre reati prospettati, come pure per il quarto, quello della truffa, e chiedo di respingere le richieste economiche di parte civile".

In chiusura di giornata il giudice Marco Villa ha chiesto all'imputata se voleva aggiungere qualcosa. "Ringrazio il mio avvocato che ha già fatto tutto per me, vorrei dire a lei e a tutti coloro che sono venuti al baby paradise che loro mi hanno affidato tra le mie braccia i loro figli e che io li ho resi loro tra le mie braccia. Li ho sempre amati e adorati. Se anche lei decidesse di condannarmi ne sarei rattristata, ma umanamente non mi farebbe nulla".


Foto ©Ti-Press / Gabriele Putzu


Saul Gabaglio

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