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TICINOScudo fiscale, l'UDC: "Basta permessi di lavoro ai frontalieri"

23.10.09 - 11:27
L'UDC Ticino chiede al Consiglio federale ritorsioni nei confronti dell'Italia in reazione alla "campagna denigratoria dell'Italia nei confronti della Svizzera"
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Scudo fiscale, l'UDC: "Basta permessi di lavoro ai frontalieri"
L'UDC Ticino chiede al Consiglio federale ritorsioni nei confronti dell'Italia in reazione alla "campagna denigratoria dell'Italia nei confronti della Svizzera"

BELLINZONA - Un postulato in cui si invia il Consiglio federale a esaminare l'introduzione di misure di ritorsione contro l'Italia. Entra in azione l'UDC ticinese che annuncia la deposizione in Parlamento in occasione della prossima sessione autunnale di novembre la proposta di:

- Non più accordare nuove autorizzazioni di soggiorno o di lavoro ai frontalieri italiani e agli Italiani che cercano lavoro in Svizzera fino a quando l’Italia non adempia rapidamente e in maniera non burocratica ai  suoi obblighi derivanti dall’accordo di Dublino;   

- Ridurre il ristorno fiscale proveniente dal reddito dei frontalieri (il Ticino ristorna oggi il 40% all’Italia, mentre i Grigioni restituiscono soltanto il 12,5% all’Austria) oppure sospendere totalmente questi  versamenti fino a quando l’Italia non rinuncerà alle sue misure intimidatorie alla frontiera;  

- Esigere che l’Italia si impegni chiaramente con la  Svizzera a garantire il collegamento a sud della trasversale alpina e  presenti delle soluzioni concrete.”

L'UDC non tollera quella che considera una "campagna denigratoria dell'Italia nei confronti della Svizzera che nuoce all'economie ticinese con delle misure inaccettabili".

"È la terza  amnistia fiscale che il governo italiano decreta dal 2001, invece di finalmente ridurre la  pressione fiscale nel suo paese,  come d’altronde lo stesso Giulio Tremonti aveva preconizzato nel suo libro pubblicato nel 1989.

"Il Ticino, per contro, - scrive l'UDC - sopporta gli ingenti costi sociali e la forte disoccupazione (4,8% nel settembre 2009), risultanti in particolare dalla crescente presenza di frontalieri italiani (44’000) e di cittadini italiani che si sono stabiliti in Ticino grazie alla libera circolazione delle persone. Anche nel settore del transito alpino delle merci, si constata che la Svizzera mantiene sempre i suoi impegni, mentre che l’Italia ricambia la Svizzera con promesse. Secondo le indicazioni delle autorità  elvetiche, notevoli problemi si pongono con l’Italia anche per quanto concerne la riammissione dei richiedenti l’asilo conformemente all’accordo di Dublino. L’Italia non si dimostra per nulla cooperativa nei  noi confronti. Questo atteggiamento esige delle contromisure".
 

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