Si tratta della moneta più rara e prestigiosa della zecca rinascimentale bellinzonese
Il Cantone Ticino, proprietario della più importante e pressoché completa collezione delle monete uscite dalla zecca di Bellinzona -esposta nelle sale del Museo di Castel Grande- non si e lasciato sfuggire questa occasione unica. Lo Stato, sostenuto in questa delicata impresa dal generoso sforzo della Città di Bellinzona e dalla Banca dello Stato del Cantone Ticino, è riuscito ad acquisire questo prezioso pezzo che va a completare e ad aggiungere nuovo prestigio all’esposizione di monete.
Il forino (peso gr. 29,00; diametro 37 mm) non reca data, ma le sue caratteristiche e le vicende della zecca bellinzonese, note grazie agli studi condotti, consentono di attribuirlo a Svitto e a restringere le date di produzione tra il 1506 e il 1508.
Al diritto, la moneta presenta lo scudo «damascato» di Svitto che poggia una roccia (o ceppo) e che è affiancato da due «uomini selvaggi» muniti di dava; la figura è sormontata dall’aquila imperiale bicipite coronata e dall’iscrizione MONETA NOVA SVITENSIS.
Al rovescio la moneta presenta la scena di 5. Martino a cavallo, che taglia con la spada il mantello per il mendicante in piedi al centro e rivolto verso destra, con una gamba di legno, sostenuto da una stampella. La raffigurazione e circondata dall’iscrizione SANCTUS MARTINUS EPISCOPUS.
red