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LOSONEDa UNIA la lettera aperta: "Ritirate i licenziamenti"

20.02.09 - 14:54
Da UNIA la lettera aperta: "Ritirate i licenziamenti"

LOSONE – Dopo l’azione di protesta organizzata in mattinata dai dipendenti licenziati lo scorso mercoledì per chiedere l’intervento del Governo arriva ora una lettera aperta indirizzata alla Direzione della Agie.

Il Sindacato UNIA, che stamani ha sostenuto la protesta davanti all’entrata della Agie, sostiene quindi i lavoratori colpiti dal licenziamento chiedendo che tale decisione, che non colpisce unicamente i lavoratori ma anche le loro famiglie, venga ritirata.

Qui di seguito pubblichiamo integralmente la lettera aperta inviata ai media.

 

Salviamo l’occupazione – Ritirate i licenziamenti

Spettabile Direzione,

Mercoledì 18 febbraio 2009 avete notificato il licenziamento a 44 dipendenti, la maggioranza dei quali di età superiore ai 50 anni.
Sordi alle controproposte della commissione del personale, ribadite dai sindacati, avete dato seguito concreto alla  decisione del gruppo Georg Fischer di riduzione degli effettivi. Lo avete fatto in modo brutale, mandando a casa collaboratori con 40 o 45 anni di servizio, che hanno dedicato una vita professionale alla ditta di Losone!
E lo avete fatto inviando la fattura da pagare al contribuente che dovrà sobbarcarsi i costi tramite l’indennità di disoccupazione.
Un azienda che cancella la propria storia, che sopprime chi detiene le competenze e le conoscenze, che umilia i lavoratori fedeli e distrugge il senso di appartenenza delle proprie maestranze è un’azienda destinata al fallimento.
AGIE, un tempo fiore all’occhiello dell’industria ticinese, che come tale ha beneficiato di cospicui aiuti pubblici, è venuta meno al suo ruolo sociale di imprenditore, licenziando proprio nel momento in cui a livello Federale, l’autorità politica manda segnali importanti al mondo imprenditoriale, votando pacchetti miliardari di sostegno all’economia ed estendendo il diritto alla disoccupazione parziale da 12 a 18 mesi allo scopo di salvaguardare l’impiego.
Un comportamento inqualificabile se si pensa che AGIE beneficia ancora una volta del diritto alla disoccupazione parziale e che dunque avrebbe potuto prendere tutto il tempo necessario, sia per salvare gli impieghi, sia per ricollocare il personale in altre realtà industriali, invece di mandare al massacro 44 famiglie.
Miopia o spregiudicatezza? Forse la stessa miopia che ha portato a scelte imprenditoriali deliranti quali il trasferimento della produzione delle macchine ad elettroerosione a Ginevra, con la conseguenza di mettere in pericolo la sopravvivenza della stessa AGIE.
Spregiudicatezza pensando che in questo cantone tutto è possibile?
Oppure la disperazione perché sapete che l’azienda, grazie agli errori manageriali ha i giorni contati?

Il sindacato Unia è preoccupato, come preoccupati sono i lavoratori e le lavoratrici di AGIE che esprimono tutta la loro solidarietà ai colleghi licenziati.
Siamo preoccupati per l’impatto che i licenziamenti hanno sulla popolazione della regione, sul territorio del Locarnese e del Ticino intero.
Unia richiama perciò la direzione di AGIE alle proprie responsabilità sociali chiedendo:

    • che i licenziamenti siano ritirati e che vengano prese in considerazioni soluzioni alternative invece di nascondersi dietro il paravento della crisi economica,
    • che venga aperto un dibattito pubblico tra la direzione AGIE, il sindacato Unia e la popolazione locarnese circa il futuro dell’azienda,
    • che il Consiglio di Stato  intervenga con fermezza presso la direzione di AGIE affinché i licenziamenti vengano ritirati.

 

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