Cerca e trova immobili

CAMERE FEDERALIBocciato il fondo per la ricostruzione dell'Ucraina

05.03.24 - 09:39
La mozione è stata respinta martedì mattina dal Nazionale.
Deposit Photos
Fonte Ats
Bocciato il fondo per la ricostruzione dell'Ucraina
La mozione è stata respinta martedì mattina dal Nazionale.

BERNA - La Svizzera continuerà a sostenere la ricostruzione dell'Ucraina ma non con un apposito fondo. Il Consiglio nazionale ha infatti respinto oggi una mozione della sua commissione delle finanze che ne chiedeva l'istituzione.

Il testo dell'atto parlamentare non menzionava alcun importo specifico, ma diceva che «l'ammontare della partecipazione della Svizzera deve reggere il confronto sul piano internazionale».

Le relative basi giuridiche avrebbero dovuto essere concepite in modo tale che l'importo messo a disposizione avrebbe potuto essere contabilizzato come voce straordinaria e non sarebbe stata a carico del bilancio ordinario della cooperazione internazionale. Nel caso contrario si sarebbe infatti ridotto il sostegno da destinare con urgenza alle persone in altre regioni in crisi. Si sarebbe insomma dovuto esaminare nuove fonti di finanziamento.

La guerra è entrata nel suo terzo anno. Le distruzioni agli edifici e alle infrastrutture, come quelle di comunicazione ed energetiche, sono enormi: i danni ammontano attualmente a oltre 400 miliardi di franchi, ha affermato Claudia Friedl (PS/SG) a nome della commissione. Anche la Svizzera deve partecipare allo sforzo di ricostruzione. Le basi sono state poste alla conferenza di Lugano e al WEF di Davos, ha ricordato la sangallese.

A nome della minoranza della commissione, Alex Farinelli (PLR/TI) ha però chiesto al plenum di bocciare la mozione per due motivi. Il primo, più formale, è legato al freno all'indebitamento che a suo avviso non può essere ignorato: «le condizioni per un finanziamento straordinario non sono date», ha detto.

Questo, tuttavia, non è il punto principale, ha proseguito Farinelli. È noto che negli anni a venire si dovrà risparmiare 2/3 miliardi all'anno, saliti da domenica a 4 con l'approvazione dell'iniziativa sulla tredicesima AVS. Il Parlamento dovrà fare delle scelte e fissare delle priorità, ha aggiunto. Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso Thomas Aeschi (UDC/ZG): il segnale emerso con la votazione sull'AVS è che la gente vuole investire meno all'estero, ha affermato.

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha da pare sua tenuto a sottolineare l'impegno della Svizzera in materia: «la ricostruzione dell'Ucraina ci sta a cuore, altrimenti non avremmo organizzato la conferenza di Lugano».

Il ministro degli esteri ha anche ricordato i milioni già liberati per l'aiuto umanitario e la ricostruzione. Per il futuro, ha poi sottolineato Cassis, la Svizzera continuerà a sostenere l'Ucraina per la ricostruzione. Un gruppo di lavoro interdipartimentale è già al lavoro per esaminarne l'ammontare e il finanziamento. Il Consiglio federale per il momento non ha comunque ancora preso decisioni.

Al voto la maggioranza - UDC, PLR e Centro - ha seguito le argomentazioni di Farinelli e Cassis, respingendo la mozione con 111 voti contro 71 e 5 astenuti.

Consiglio Nazionale: «Maggiore impegno per la pace in Ucraina»
Nella giornata odierna è stata poi adottata dal Consiglio nazionale una mozione dell'Alleanza del Centro volta a fare di più per sostenere l'Ucraina a livello umanitario e diplomatico. Il Consiglio nazionale intende mantenere alta la pressione sul Consiglio federale, mentre gli Stati devono ancora pronunciarsi.

L'autore della mozione, Thomas Rechsteiner (Centro/AI), incarica il Governo di aumentare in modo significativo l'aiuto umanitario della Svizzera in Ucraina. A suo avviso, la Confederazione non fa abbastanza. L'Austria, ad esempio, tra gennaio 2022 e gennaio 2023 ha fornito un aiuto umanitario tre volte superiore a quello della Svizzera.
La Confederazione dovrebbe anche giocare la sua carta per essere scelta quale sede dei futuri negoziati di pace. Il Consiglio federale e la diplomazia sono quindi invitati a fare il possibile per proporre una località elvetica che possa ospitare futuri negoziati. Infine, il Governo dovrebbe ottenere un mandato dall'ONU o dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per futuri negoziati di pace tra i belligeranti.

Il Consiglio federale, per bocca del ministro degli esteri Ignazio Cassis, raccomandava di respingere la mozione perché superflua. La Svizzera ha già offerto i suoi buoni uffici. In occasione di un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a gennaio, la presidente della Confederazione Viola Amherd ha annunciato che Berna si sarebbe resa disponibile a organizzare una conferenza di pace mondiale quando ci fossero state le condizioni giuste. La Russia ha però già fatto sapere che non intende partecipare.

Al voto - sui tre aspetti evocati dalla mozione - il plenum non ha seguito il consigliere federale ticinese. Come detto, il testo passa ora alla Camera dei cantoni.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE