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SVIZZERA«Servizio pubblico indebolito, veleno per la democrazia»

08.11.23 - 16:53
I sindacati dei media SSM e syndicom criticano il Consiglio federale riguardo alla decisione per un canone televisivo da 300 franchi.
Deposit Photos
Fonte SSM e syndicom
«Servizio pubblico indebolito, veleno per la democrazia»
I sindacati dei media SSM e syndicom criticano il Consiglio federale riguardo alla decisione per un canone televisivo da 300 franchi.

BERNA - «Nonostante il Consiglio federale rifiuti l’iniziativa SSR „200 franchi bastano!", mette allo stesso tempo in pericolo il servizio pubblico dei media in Svizzera». È la dura critica avanzata dai sindacati dei media SSM e syndicom verso il controprogetto a livello di ordinanza presentato dal Consiglio federale. «La riduzione arbitraria del canone radiotelevisivo - si legge nella nota diffusa - colpisce sia le aziende mediatiche private che la SSR e mette a repentaglio la qualità del servizio pubblico dei media».

Nella seduta dell'8 novembre Berna ha infatti deciso di respingere l'iniziativa SSR "200 franchi bastano", ma secondo i sindacati il controprogetto presentato dal consigliere federale Rösti «mira comunque a tagliare massicciamente il servizio pubblico dei media in Svizzera».

«La "controproposta" del Consiglio federale avrebbe le stesse conseguenze dell'accettazione dell'iniziativa SSR „200 franchi bastano!". Indebolisce il servizio pubblico dei media senza motivo e senza necessità. È veleno per la nostra democrazia», afferma Stephanie Vonarburg, vicepresidente di syndicom e responsabile del settore Media.

A rischio la qualità di informazione

Il comunicato continua analizzando la situazione: «Un taglio annuo tra i 150 e i 200 milioni di franchi sarà attuato riducendo gradualmente il canone radiotelevisivo per nuclei familiari dagli attuali 335 franchi a 300 franchi. Inoltre, altre aziende saranno esentate dal prelievo. Solo le aziende con un fatturato annuo di 1,2 milioni di franchi o più dovranno contribuire al servizio pubblico».

 «La perdita di qualità e i tagli ai programmi dovuti alla rinnovata pressione al risparmio sono una cosa. Allo stesso tempo, il Consiglio federale sta portando avanti ulteriori massicci tagli di posti di lavoro nel panorama dei media, indebolendo così la qualità e la diversità dell'intero centro mediatico svizzero», avverte Silvia Dell'Aquila, segretaria centrale del sindacato dei media SSM.

«Erosione della pluralità di informazione»

«I tagli interesseranno la SSR e quindi anche la produzione cinematografica e musicale svizzera e l'intero settore culturale. Tuttavia, sono interessate anche le emittenti radiofoniche e televisive private autorizzate con un mandato di prestazioni». 
Insomma per i sindacati, con quest'ultima decisione, «Rösti sta portando avanti l'erosione della diversità e della qualità dei media nel panorama mediatico svizzero».

«Tagli a spese della società»

I sindacati dei media sono unanimi: «Un'ulteriore riduzione del canone, già ridotto più volte, oltre ai massicci tagli alle aziende mediatiche private (in termini di struttura e personale), avviene soprattutto a spese della società svizzera: una perdita di qualità, diversità e servizio nell'offerta mediatica e culturale del Paese e, non da ultimo, un indebolimento della democrazia. Con la decisione del Consiglio federale, corriamo il rischio che la popolazione possa fare sempre meno affidamento a un giornalismo critico e indipendente».
E concludono: «Né il sindacato dei media SSM né syndicom possono condividere il progetto del governo di indebolire in questo modo la produzione mediatica indipendente. A nome e con i nostri iscritti, faremo tutto il possibile per opporci a questi tagli, a partire dalla nostra dichiarazione sull'imminente processo di consultazione».

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COMMENTI
 

S.L. 5 mesi fa su tio
Lavorare di più, e meglio! Questa è la ricetta….
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