La consigliera nazionale Martullo-Blocher è critica sull'intesa con l'Ue: «È la fine della via bilaterale»
AARAU - «Più mi occupo dell'accordo quadro, più mi terrorizza»: lo afferma la consigliere nazionale Magdalena Martullo-Blocher (UDC/GR), secondo la quale l'intesa con Bruxelles sottomette la Svizzera a un ordinamento giuridico comunitario che non fa per il paese.
«La nostra quotidianità, i nostri valori e tutto il nostro successo verrebbero capovolti», afferma l'imprenditrice 49enne in un'intervista pubblicata oggi dalla Schweiz am Sonntag. «A Berna il contratto viene portato avanti in tutta fretta senza che se conoscano le conseguenze concrete».
Secondo Martullo-Blocher la convenzione inciderebbe in modo decisivo nel sistema economico elvetico. Particolarmente colpiti sarebbero cantoni e comuni, che non potrebbero più creare condizioni quadro migliori di quanto esista nell'Ue e non potrebbero più impegnarsi economicamente senza l'esplicito assenso di Bruxelles. «Questo concerne le imposte cantonali, ma anche musei, teatri, associazioni sportive, funivie e aziende elettriche».
«L'accordo quadro è la fine della via bilaterale», afferma la figlia dell'ex consigliere federale Christoph Blocher. «Ci legheremmo all'ordinamento Ue attuale e futuro».
A suo avviso l'alternativa è proseguire sulla via dei contratti bilaterali: in caso di violazione degli stessi da parte della controparte, occorre prendere contromisure, per esempio dei trasporti, del transito di corrente o della migrazione. Si tratta di pensare a piani B, come è avvenuto con l'equivalenza borsistica, in modo da non essere ricattabili. «Così in caso di vertenza possiamo trattare, in modo paritario, senza essere sottoposti a un tribunale arbitrale che non è neutrale».